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ESCLUSIVA – Manfredini: “I giocatori e i presidenti passano, la Lazio resta per sempre”

Christian Manfredini
Intervenuto ai microfoni di Cittaceleste.it l'ex centrocampista biancoceleste ha detto la sua sulla situazione attuale della squadra di Sarri
Gianluca Mattalini

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In casa Lazio il campo è tornato finalmente protagonista, con la squadra che agli ordini di mister Sarri si è ritrovata a Formello per il ritiro estivo in vista della stagione in arrivo. Dopo l'epilogo dell'anno passato, tornare in Europa sarà imperativo per i biancocelesti, chiamati a essere più forti anche delle difficolta extracampo emerse nelle ultime settimane. Per parlare di questo e molto altro, la redazione di Cittaceleste.it ha contatto in esclusiva Christian Manfredini, centrocampista che ha vestito la maglia della Lazio nella stagione 2002/03 e poi dal 2004 al 2011.

I tifosi scenderanno in piazza per una manifestazione, ovviamente pacifica, per il secondo anno consecutivo. Le chiedo un pensiero su questa situazione.

"Io ormai ho smesso nel 2011, sono passati tantissimi anni e già c'era una situazione del genere all'epoca. Non c'è mai stato un grosso amore tra la tifoseria e il presidente Lotito. Questa cosa me la ricordo già dai tempi miei. Poi però c'è il rovescio della medaglia: io dico sempre che sono i modi che ha il presidente, perché poi i risultati li ha ottenuti. I debiti sono stati risanati, ha migliorato Formello, l'ipoteca che c'era sul centro sportivo è stata tolta, la squadra ha partecipato più volte alla Champions e alle varie competizioni europee: questi sono dati di fatto, i risultati sono stati ottenuti. Poi che non ci sia amore tra il presidente e la tifoseria è un vero peccato. Uno ci chiede poi di chi è la colpa? Diciamo che si può dare un po' a entrambe le parti ma il presidente Lotito diciamo che non fa nulla per farsi amare, però fa quello che deve fare da presidente: ottenere risultati".

Esiste un modo per riavvicinare società e tifosi?

"Non lo so. Se questo problema esiste da 20 anni non credo si possa fare niente. Bisogna andare avanti così ma poi la cosa più importante è la Lazio. Passano i giocatori, passano i presidenti ma quello che rimane è sempre la Lazio e questa è la cosa più importante."

Il blocco del mercato è paradossale, mai la Lazio si era trovata in una situazione così complicata. Il mercato degli svincolati in caso potrebbe diventare una soluzione? 

"Un blocco così la Lazio non lo ha mai avuto. Sentendo poi le parole di Lotito questo blocco la Lazio non avrebbe dovuto averlo, però purtroppo c'è e bisogna prenderne atto. Il mercato degli svincolati può essere una soluzione però adesso bisogna iniziare con questa squadra".

Quali obiettivi si può fissare questa squadra?

"L'obiettivo primario da porsi è rientrare in Europa. La Champions sarebbe importante ma è molto difficile perché vedo tante squadre attrezzate. L'Europa League deve essere l'obiettivo, deve cercare di puntarci. Poi raggiungerla non so perché poi devi migliorare, dovrai forse aggiungere giocatori a gennaio ma una squadra come la Lazio non può non lottare per l'Europa. Di certo il mercato bloccato rende tutto più complicato e quindi i giocatori che ci sono dovranno dare di più del 100%".

Un giudizio sulla rosa attuale?

"Questa rosa è una rosa forte ma bisogna limitare gli infortuni. Questo a partire da Tavares che è un giocatore molto importante per questa squadra pero serve evitare questo infortuni perché se non si ferma Tavares può dare tanto a questa squadra".

Ecco mi soffermo sugli infortunati: rispetto a quando giocava lei ci sono più infortuni muscolari?

"Questo perché si gioca di più e si gioca in maniera diversa. Ai miei tempi si giocava il campionato e la coppa europea o il mercoledì o il giovedì. Adesso giochi tutti i giorni a tutte le ore, ormai la televisione la fa da padrone perché tira fuori una grossa parte economica e le società devono obbedire perché hanno bisogno di quei soldi. Il giocatore ormai recupera meno, poi il calcio è cambiato rispetto ai miei tempi: c'è più velocità, più atletismo. È cambiato un po' tutto".

Da chi deve ripartire Maurizio Sarri?

"Ma alla fine son sempre gli stessi: c'è Zaccagni che è capitano, Nuno Tavares, Rovella, Guendouzi, Castellanos. La Lazio ha una buona rosa, non si può nascondere questo anche se non è una rosa che ha costruito Sarri ma i giocatori non sono da buttare via anzi, se allenati bene possono fare molto bene però ripeto gli infortuni vanno limitati perché lo scorso anno non hai avuto Tavares per parecchio tempo così come Castellanos".

Manfredini nella Lazio di Sarri se lo immagina?

"Io me lo immagino perché mi piace molto l'allenatore e sono certo che mi avrebbe dato qualcosa per arricchire il mio bagaglio tecnico e fisico. Ma ormai sono altri tempi, il mio è passato (ride, ndr.)".