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ESCLUSIVA – Pescara, i ristoratori: “Minacce continue ma non c’entriamo”
Una vicenda surreale quella che hanno vissuto Tiziana, Carlo e i loro figli, non accettati da un ristorante di Pescara solo perché tifosi della Lazio. Proprio dallo stabilimento sulla riviera abruzzese, però, giurano di non essere assolutamente coinvolti e, anzi, di star subendo tutte le conseguenze della vicenda. “Stanno arrivando ancora chiamate da Roma, anche adesso. Stiamo ricevendo minacce di morte: mio figlio, ma anche altri componenti della famiglia” esordisce così in esclusiva ai nostri microfoniDaniela, la cui famiglia gestisce il locale. “Mio figlio, che è il proprietario, ora è in Questura a denunciare il fatto per chiarire che non c’entra nulla”.
Sulla vicenda, poi, Daniela ci spiega: “Avete idea di quante persone ci sono in uno stabilimento balneare? Io in quel momento ero presente, ma ero all’interno. Mio figlio invece non c’era, è arrivato più tardi. Ma è pronto a incontrare chi afferma sia stato lui”. La volontà, insomma, è quello di chiarire l’accaduto, pur non sapendo chi si sia reso protagonista di un gesto che viene comunque condannato. Per ora, però, non c’è stata ancora occasione: “Al momento non abbiamo avuto contatti con la famiglia e non sappiamo come rintracciarla. Noi siamo qui, pronti per un chiarimento. Non è assolutamente stato mio figlio: noi siamo dentro, a lavorare, non sulla strada a fare entrare le persone. Nessuno è venuto a parlarci dentro, abbiamo scoperto il tutto tramite i social”.
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