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ESCLUSIVA – La madre della piccola Emma: “Vicenda surreale. Un grazie alla Lazio”

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Intervenuta in esclusiva ai nostri microfoni, Tiziana, madre di Emma, ci racconta la disdicevole vicenda accaduta pochi giorni fa a Pescara
redazionecittaceleste

Di Tommaso Petti

Vicenda al limite dell'assurdo sulla riviera di Pescara. Nei giorni scorsi Tiziana e Carlo, genitori di due gemelle tredicenni e un figlio maggiorenne, si ritrovano proprio nei pressi di Ponte Risorgimento quando, accaldati e affamati, decidono di scegliere il primo ristorante che all'occhio li convinca.

Sull'uscio trovano, stando a quanto raccontato da Tiziana e Carlo, quello che sembrerebbe essere il proprietario di un noto locale del territorio che, di fronte a diversi clienti e con fare molto maleducate, si rivolge alla piccola Emma, una delle due gemelle, respingendo lei e la sua famiglia poiché aveva indosso una sciarpa e una maglietta della sua squadra del cuore: la LazioIntervenuta in esclusiva ai nostri microfoni, è stata proprio Tiziana, mamma della piccola Emma, a raccontarci meglio questa disdicevole vicenda. Queste le sue parole.

Ci racconti l’accaduto

“Da Montesilvano abbiamo noleggiato delle biciclette e siamo arrivati fino al ponte di Pescara (Ponte Risorgimento, ndr). Tornando alle 13:00 - faceva anche molto caldo - abbiamo pensato di fermarci un attimo, per rinfrescarci e mangiare qualcosa. Lì, sulla riviera di Pescara, c’è un ristorante dietro l’altro: ci siamo fermati al primo che ci aveva convinto all’occhio. Mentre scendevamo dalle biciclette e cercavamo di legarle con le catene, abbiamo notato subito questo signore - che poi ho capito essere il titolare -, che ci guardava con fare strano. L’abbiamo notato subito. E ha fatto una battuta: “Le biciclette celesti, davanti al mio locale, non le potete lasciare. Perché sono celesti”. Al che abbiamo sorriso, perché pensavano fosse solo una battuta. E abbiamo continuato a mettere i lucchetti, ignorando il tutto.

Dopodiché la bambina (Emma) si è avvicinata all’ingresso del ristorante e il proprietario le ha detto: 'Bambina, con la maglia e il cappello della Lazio qui non puoi entrare'. Ho notato mia figlia, che tornava da noi imbarazzata. E mi ha riferito quanto accaduto. Ho rifatto un sorriso, non potevo pensare fosse vero. Il tono delle frasi? Era serio. Non ha accennato un minimo di sorriso. Noi, a distanza, abbiamo notato subito che qualcosa non andava. Al che mio marito si è avvicinato e ha chiesto: 'Cosa sta succedendo?'.

'Succede che qui, nel mio locale, con la maglia e il cappello della Lazio non potete entrare! Potete farlo solo se la fate cambiare'. Mio marito è rimasto spiazzato. Soltanto alla terza volta che ripeteva queste frasi abbiamo capito che fosse serio. Non potevo crederci, che fosse serio. E con maniere da gran maleducato, soprattutto in qualità di titolare del ristorante. È stato molto sgarbato, anche perché la prima volta lo ha detto direttamente alla bambina. E a noi lo ha ripetuto in maniera molto più seria. Come se pensasse: 'Non avete ancora capito? Volete ancora entrare nel mio locale?'.

La vostra reazione, da genitori, qual è stata?

“Non volevamo alimentare quello che chiunque altro, senza bambini di mezzo, avrebbe alimentato. Magari avrebbero preteso di entrare lo stesso: tu non mi puoi vietare per un motivo simile l’ingresso. Il ristorante e pubblico e noi avremmo, ovviamente, consumato e pagato. Di fronte alle bambine abbiamo detto: 'Ci dispiace che esistano ancora persone con questa mentalità. Andremo a mangiare al prossimo ristorante'. Poi, tra me e mio marito, ci siamo un po’ sfogati, evitando scene sgradevoli. Il fatto che abbia rifiutato una famiglia di quattro turisti, paganti, è stato pietoso. Fermandosi a un capo d’abbigliamento o alla preferenza di una squadra”.

La piccola Emma come ha reagito?

“La bambina, quando tornava da noi, aveva un viso preoccupato e ci ha riferito il tutto. Poi, probabilmente, si è tranquillizzata vedendo noi genitori. Abbiamo sorriso, alludendo anche a uno scherzo, magari. Una bambina non può percepire la cattiveria di una persona adulta, ovviamente. Era comunque mortificata, all’inizio. Ci siamo dovuti un po’ mordere la lingua, la reazione d’istinto sarebbe stata tutt’altra. Anche perché è successo tutto davanti all’ingresso, dove c’erano altri clienti che mangiavano ai tavoli a due metri di distanza. Siamo rimasti tra il credere e il non credere, ci abbiamo messo un po’ per crederci.

Poi, tornati a Montesilvano per riconsegnare le bici, abbiamo raccontato la vicenda al proprietario del noleggio, che ci è rimasto davvero male. È partito tutto da lui, che si è arrabbiato in quanto proprietario di un locale sul territorio e in quanto abruzzese. Forse ci è quasi rimasto peggio lui di noi. L’Abruzzo per me è una seconda casa, ci vado sempre con grande piacere. Anche per questo sono sconvolta, è la prima volta che mi succede una cosa simile. Siamo turisti, per noi era una normale vacanza. Per noi poteva anche finire lì, eravamo scioccati ma le bambine avevano reagito bene all’accaduto. Pensavamo di poterla lasciare andare così.

Io sono dell’idea che di fronte ai bambini e a un turista, in generale, non ci debba essere distinzione. Di nessun tipo. Un turista, che con gran fatica si ritaglia una piccola vacanza, non può essere trattato in questo modo. Figuriamoci se ci sono bambini di mezzo. È una vicenda surreale, il proprietario è stato davvero maleducato. Per non dire altro. Sono rimasta impressionata di tutta la solidarietà che è arrivata in queste ore, sia dalle persone del posto sia da tante altre. Mi fa pensare in positivo, magari non siamo tutti uguali. E siamo stati sfortunati, tra tanti locali, a scegliere proprio quello sbagliato. Sicuramente non cambierò idea dell’Abruzzo, fa parte della mia famiglia”.

Ha gradito il messaggio condiviso dalla Lazio?

“Tantissimo. Mi ha emozionato veramente. Me lo ha fatto vedere mio figlio, lui è laziale sfegatato. Sì è emozionato tantissimo anche lui. Vogliamo ringraziare pubblicamente la Lazio, per la nostra famiglia ha un posto speciale nel nostro cuore. Ci ha fatto davvero piacere e abbiamo apprezzato questa vicinanza speciale”.