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Fabiani su Luis Alberto: “Dall’arrivo di Tudor ai problemi estivi: ecco la verità”

Luis Alberto
Le parole del Direttore sportivo Angelo Fabiani sulla questione Luis Alberto dopo le dichiarazioni post partita da parte dello spagnolo
Stefania Palminteri Redattore 

La questione Luis Alberto è sicuramente il tema più chiacchierato delle ultime ore tra i tifosi della Lazio, sia sui social che nei bar. Le dichiarazioni dello spagnolo hanno fatto rumore, tanto da costringere il Direttore sportivo Angelo Fabiani a intervenire e fare chiarezza. Ai microfoni del canale ufficiale della società, il dirigente biancoceleste ha analizzato la situazione partendo da quest'estate, momento in cui il numero dieci ha chiesto (e ottenuto) il rinnovo di contratto.

"Forse quella di ieri era la serata meno adatta per certe dichiarazioni ma io non posso ovviamente stare nel cervello di un giocatore. Tempo fa, con l’avvento di Tudor, mi disse che probabilmente a fine anno avrebbe preferito cambiare casacca per una serie di motivi che non sto qui a dire. E io gli dissi davanti al suo procuratore che avevamo il dovere di finire la stagione nel migliore dei modi per poi valutare ogni posizione a fine anno. Ma nessuno ha mai promesso o sottoscritto risoluzioni del contratto. Anche perché al ragazzo in estate è stato rinnovato un contratto per quattro anni perché era in scadenza".

E ancora: "Tra le altre cose c’è stato un momento di frizione arrivando al punto che non volle andare in ritiro con la prima squadra. Poi c’è stata la mia mediazione con il presidente Lotito e si arrivò alla conduzione di arrivare alla firma del contratto alle condizioni del calciatore. Dopo sei mesi, improvvisamente, le parole di ieri sera. Intanto vorrei dire che i contratti sono fatti per essere rispettati, da entrambe le parti. È una situazione che va approfondita con calma e serenità, ma vorrei dire che già da quando il presidente Lotito mi affidò il settore giovanile, proprio in quell’ambiente avevo notato delle storture, un qualcosa che non andava. E cioè che c’era la Lazio al servizio del singolo, senza capire che per avere un futuro ed essere società bisogna comportarsi all’opposto: tutti a disposizione della società. Perché la società racchiude una serie di elementi, persone, aggrega le folle". 

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