Il progetto di riqualificazione presentato dalla Lazio per lo stadio Flaminio è ancora in fase di approvazione, in ballo il futuro di un intero quadrante di Roma. Nonostante sia stata trovata una linea comune tra le volontà del club di Lotito e il Comune sul da farsi, la strada, per la Lazio, nella corsa all'impianto di Nervi è ancora lunga e piena di ostacoli. E qualora arrivasse lo stop al progetto, il rischio è che un intero quadrante della città veda sfumare un imponente piano di riqualificazione. Più di qualunque altro mai ideato prima.
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Flaminio | Lazio, strada lunga e futuro da scrivere. Tra incognite e nuovi musei…
O, almeno, mai vicino come prima. L'apertura dei cantieri per il nuovo stadio della Lazio è ben lontana, manca ancora qualcosa per la Conferenza dei Servizi Preliminare. Lotito e il suo team sono al lavoro per ultimare la documentazione, prima di avviare appunto la CSP. Qui potrebbero arrivare i primi stop, dettati da criticità e incognite notate nel progetto: dal piano sulla viabilità, ancora da perfezionare, al guscio esterno per sostenere un secondo anello che possa portare la capienza totale a 50.570 posti e sostenga la copertura di curve e tribune. Un progetto per una spesa complessiva da 438 milioni di spesa.
C'è anche il parere della Fondazione Nervi a complicare le cose, sebbene la Soprintendenza non sia vincolata dalle criticità esposta dalla stessa. Varare il progetto originale, secondo alcuni esperti, cioè quello presentato dallo stesso Nervi nel 1959 e costruito in occasione delle Olimpiadi del 1960, rischia di minare la coesistenza di altri eventi e la quotidianità dello stesso quadrante. Nonostante, comunque, il progetto sarebbe un vero e proprio punto di svolta in termini di riqualificazione, per tutto il quartiere.
Non solo criticità, nella zona è previsto un intero piano per la costruzione di aree residenziali moderne ma anche di nuovi musei: quello della Scienza, disegnato dallo studio Adat, ma anche il grande Maxxi, il nuovo spazio del museo, oltre alla riqualificazione di via Reni, il tram della Musica e la fermata della linea C, prevista nel 2033. Qualora arrivasse lo stop definitivo al progetto Lazio, il rischio è che l'intero quadrante di Roma potrebbe non veda un nuovo progetto per anni, bloccando così una riqualificazione per intero necessaria e che gioverebbe sia in termini economici ma anche in termini di godibilità della zona per i residenti e non solo.
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