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Paura e delirio al Tardini. Un anno più tardi lo stadio del Parma è ancora una volta triste teatro di deliri arbitrali contro la Lazio. Se nella scorsa stagione si era tornati indietro addirittura di due azioni pur di scovare un precedente fallo e annullare il gol di Rovella, questa volta arriva un rosso inventato a rovinare la gara dei biancocelesti. Il minuto è il 42, Zaccagni perde palla a centrocampo e tenta una scivolata avventata. La gamba è alta e l’intervento imprudente, ma il contatto non arriva diretto sulle gambe dell’avversario. Marchetti di Ostia Lido non ci pensa un attimo: rosso diretto per il capitano della Lazio, incredulo. Tutto tace da Lissone, pausa caffè per Aureliano e Volpi in sala Var. Zaccagni esce sconsolato dal campo e, ancora una volta, la gara della Lazio è rovinata.
L’ultima gara prima della sosta di novembre era stata quella di San Siro con l’Inter: quella, per intenderci, del comunicato della Lazio a smentire Sarri e a difendere la classe arbitrale. E il bilancio, da quel momento in poi, è inquietante. Si inizia con il gol annullato a Dia contro il Lecce per una timida spinta (e uno annullato al Lecce andando a vedere il fallo sbagliato, fantascienza). A San Siro poi la follia di Collu, che inventa un inesistente fallo di Marusic pur di non concedere un rigore solare con le regole attuali (per tutti tranne che per l’AIA) alla Lazio, che sceglie un silenzio stampa che serve a poco. All’Olimpico contro il Bologna infine l’espulsione di Gila decisa del permaloso Fabbri, evidentemente non disposto a fare i conti con la realtà che gli aveva evidenziato lo spagnolo.
Una realtà che, proprio a San Siro prima della sosta, Maurizio Sarri aveva provato a evidenziare in conferenza stampa, prima di ricevere un comunicato di smentita da parte della stessa Lazio. “In un periodo di grande cambio generazionale all’interno della classe arbitrale, è fondamentale che questo processo venga accompagnato e sostenuto con equilibrio, valorizzando la formazione e la crescita dei giovani arbitri” scriveva la Lazio il 10 novembre, scusandosi poi sia per voce di Fabiani che di Lotito nella riunione tenuta con l’AIA quella stessa mattina. A distanza di un mese nulla è cambiato. E anzi, se possibile, lo scenario è addirittura peggiorato. E allora, che si fa? Magari un altro illuminante comunicato a difesa di tutti, tranne della Lazio.
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