Si è fatto spazio in un reparto falcidiato dai vari infortuni e ora non esce più. Da inutilizzato a punto fermo, l'impronosticabile parabola ascendente di Mario Gila. Lo spagnolo ha sfruttato le sue occasioni, facendosi spazio in un sistema difensivo che la scorsa stagione era il vero fiore all'occhiello di una Lazio in formato Champions, con gerarchie che sembravano non potessero essere ribaltate. Eppure il canterano del Real Madrid ha pazientato, è cambiato tutto rispetto a quando si vocifera un suo addio già a gennaio.
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Gila, da inutilizzato a punto fermo: in due mesi ha conquistato la Lazio
Tutto è cambiato in poco più di due mesi. E per l'esattezza da quel 25 novembre, giorno in cui Sarri - in totale emergenza difensiva - gli riservava l'esordio stagionale a Salerno. Il gong di gennaio è risuonato e le prospettive di un addio sono tramontate da un pezzo ormai. A Formello non si sono visti volti nuovi ma almeno un rinforzo trovato in casa che adesso Sarri si tiene stretto.
Dalla sfida dell'Arechi sono nove le partite di fila, per un totale di 807 minuti, concedendo giusto a Udine qualche minuto di rodaggio a un Romagnoli rientrante dall'infermeria in vista del derby. Ora, con Patric ancora out per il problema alla spalla, si candida verso un'altra conferma da titolare contro l'Atalanta. Un'altra chance per dimostrare di essere l'uomo giusto per questa Lazio, che si è conquistato sul campo in poco più di due mesi a suon di prestazioni convincenti.
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