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Giordano: “Da calciatore vivevo i derby oltre i limiti. Oggi la Lazio…”

Bruno Giordano
Le parole dell'ex biancoceleste, intervistato in vista del derby di oggi sulle colonne del Corriere dello Sport tra aneddoti e pronostici

redazionecittaceleste

Giornata di derby e allora proprio la sfida tra Lazio e Roma non può non essere al centro della cronaca sportiva. Per l'occasione, infatti, il Corriere dello Sport ha dedicato diverse pagine alla gara in programma oggi pomeriggio, con interviste, statistiche e approfondimenti. Tra questi, anche l'intervista a Bruno Giordano: queste le sue parole.

Il mio primo derby allo Stadio Olimpico l’ho vissuto da raccattapalle. Ricordo che la Lazio passò in vantaggio con Dolso e la Roma pareggiò nel finale con Petrelli, che poi vinse lo Scudetto con la squadra di Maestrelli. lo ero sotto la Tribuna Tevere e ricordo perfettamente una spinta decisiva su Polentes che l'arbitro non vide. I derby sono qualcosa di indescrivibile. Ti entrano nelle vene”.

Lei come li viveva da calciatore?

Iniziavo a pensarci dieci, quindici giorni prima. Oggi mi rendo conto che andavo anche oltre i limiti: nella mia testa non esisteva la partita precedente. C’era solo il derby. In città si viveva solo di quello. Era diverso da oggi. Perderlo significava rimanere almeno quattro mesi sotto schiaffo della tifoseria rivale ed era inconcepibile per un trasteverino, romano e laziale come me”.

Il derby più bello giocato da Bruno Giordano?

Sembra impossibile da immaginare, ma per me il derby in cui ho giocato meglio è quello della stagione 1983-84, in cui sbagliai un calcio di rigore. Prima di quell'errore stavo facendo cose eccezionali in campo. Mi riusciva praticamente tutto e presi anche un palo. Poi, dopo l'errore dal dischetto le cose cambiarono”.

Il gol più bello?

Sicuramente quello segnato dopo una serie di dribbling e tirando praticamente dalla linea di fondo. Ma quello fu un derby strano: con Maestrelli in fin di vita che ci lasciò pochi giorni dopo. Se nella nostra porta ci fosse stato un portiere normale, oggi ricorderemo quella sfida come il derby in cui Giordano fece un gran gol, ma che la Roma vinse con tre o quattro gol di scarto. Ma quel giorno con noi c'era un Felice Pulici straordinario, che prese di tutto. Credo che fu la sua più bella partita in assoluto giocata con la maglia della Lazio”.

In quell'azione lasciò sul posto Mauro Sandreani.

Lui ci ha spesso scherzato su questa cosa, dicendomi che l'ho fatto diventare famoso: tutti lo ricordano come quello che fu saltato da Giordano in quel derby”.

A proposito di difensori. Quale soffriva di più tra i centrali della Roma?

Dipendeva molto da come mi sentivo io. Se stavo bene e avevo preparato bene la sfida, non avevo paura di nessuno. Poi è chiaro che la Roma in quegli anni aveva dei difensori fortissimi. Sicuramente Nela, Righetti e Di Bartolomei, quando giocava da difensore centrale, erano degli ostacoli molto duri da superare”.

Nelle tante stracittadine disputate, ricorda qualche episodio curioso?

Nell'ultimo derby che ho disputato c'erano 60.000 persone che mi fischiavano. Avevo tutto lo stadio contro. In settimana i giornali scrissero che alla fine della stagione sarei andato alla Roma. E quel giorno contro di me ci fu il tifo dei romanisti, che non mi avrebbero mai voluto con loro e quello dei laziali che pensavano fossi un traditore. Io solo sapevo che si trattava di una sciocchezza”.

Come reagì?

Facendo gol: siglai di testa il pareggio e dopo la rete ho avuto una reazione molto forte. Di istinto”.

Nella Lazio di oggi Felipe Anderson sta giocando con continuità nel ruolo di vice Immobile.

Va applaudito per il modo in cui si sta sacrificando. Ricordo quando con Inzaghi faceva addirittura il quinto: ora è passato dal ruolo di terzino a quello di centravanti. Sta disputando una grande stagione, ma io lo preferisco sulla fascia”.

Chi può essere l'uomo derby per la Lazio?

Faccio due nomi: il primo è Pedro, che ha già lasciato il segno nel derby. Il secondo è Milinkovic, che spero regali a tutti qualche segnale di risveglio”.

Prima evidenziava come, ai suoi tempi, il derby valesse un’intera stagione. Oggi è uno scontro diretto per la Champions. Chi vede meglio?

In questo campionato, alle spalle del Napoli che è imprendibile, c'è un grande equilibrio. Tutte possono tranquillamente arrivare dal secondo al sesto posto. Difficile fare previsioni. Il derby di oggi rappresenta una sfida importante, ma è diverso da quelli che interpretavamo noi. Per noi rappresentava la vita. Anche perché eravamo due squadre piene di romani”.

Anche la Lazio di oggi però ne ha tanti.

Ed è un bene. Cataldi, Romagnoli. lo stesso Pellegrini, Cancellieri, sanno bene cosa è un derby. E lo vivranno da giocatori e da tifosi. Mi piace la nuova Lazio piena di giocatori romani e italiani”.