Ospite speciale su Sportitalia ieri sera, durante il programma Sportitaliamercato. Ai microfoni della trasmissione, infatti, è intervenuto il Profeta Hernanes, di recente tornato in Italia per i figli. Diversi gli argomenti toccati dall’ex biancoceleste, tra cui un ricordo degli anni alla Lazio e un commento sulla sua famosa esultanza dopo esser andato via. Di seguito le sue parole. “Quale allenatore devo ringraziare? Mi viene da fare due nomi, il primo è Reja, che mi ha disegnato addosso un nuovo ruolo rispetto a quello che avevo in Brasile. Non volevo farlo inizialmente, ma ho fatto benissimo alla fine. Soprattutto il primo anno, quando ho segnato molte reti. Per questo ringrazio lui che mi ha schierato lì, perché se fosse dipeso da me avrei scelto una posizione diversa.
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Hernanes: “Alla Lazio grandi anni. La mia esultanza? Era per Lotito, ma…”
Le parole dell'ex calciatore biancoceleste, di recente tornato in Italia stabilmente dopo aver passato gli ultimi anni in Brasile, in patria
Poi l’altro nome è quello di Mazzarri, perché mi ha dato la possibilità di andare in nerazzurro. Ho coronato il sogno di andare in una big europea e ambire a giocare in Champions League, ma anche a lottare per poterla vincere. In quegli anni c’era però un periodo di transizione. La mia esultanza contro la Lazio? Non dovevo fare quel gesto. La realtà è che ho fatto una capriola perché Lotito aveva detto una cosa che, forse, io ho interpretato in modo sbagliato, non era quanto voleva dire. Per questo però ero arrabbiatissimo con lui e proprio per lui era l’esultanza. Ma a prescindere da tutto ciò non avrei dovuto farla.
Nei miei anni alla Lazio ho fatto davvero molto. Me ne sono reso conto soltanto dopo, dopo aver visto i numeri di quel periodo. Sono tanti i 40 goal segnati da centrocampista. Con Lotito c’è stato quell’episodio. Sono stato a San Siro a vedere la gara tra nerazzurri e biancocelesti. Lì ho trovato Igli Tare e tutto lo staff, ma anche i giocatori. È stato un bel momento. Non c’era Lotito, ma io in futuro vorrei poterlo incontrare per chiarire le cose. Lo devo ringraziare, perché è stato lui con Tare a portarmi in Italia, alla Lazio. Loro mi hanno dato l’opportunità di diventare quello che sono oggi”.
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