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Il principio “la salute pubblica è la priorità” non vale per tutti

La decisione del Giudice Sportivo su Lazio Torino

Il caso Lazio - Torino ha dimostrato che il protocollo della FIGC vale meno di niente

redazionecittaceleste

ROMA - Tutto secondo le previsioni. Lazio Torino non si è giocata. I biancocelesti si sono comunque presentati all'Olimpico come da prassi, attendendo il triplice fischio dell'arbitro Piccinini dopo 45' che permetteva loro di lasciare lo stadio. Tre a zero a tavolino o partita rinviata? Il regolamento sembrerebbe propendere per la prima soluzione, anche perché la Lega non si è espressa prima del match sull'eventuale rinvio, ma le cose non sono così semplici.

 I calciatori biancocelesti sul prato dell'Olimpico

L'avvocato Grassani ha le idee chiare

Il legale che ha difeso il Napoli nel caso del match non disputato contro la Vecchia Signora, l'avvocato Grassani, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli per esprimere la sua opinione sul caso Lazio-Torino: "Penso che già il giudice sportivo possa mettere una "pezza" e non dare il 3 a 0 a tavolino sulla scorta della sentenza del Collegio del CONI su Juve-Napoli. Non si può mettere la salute a rischio per una partita di calcio. Cairo non mi ha contattato”. 

Gravina annienta il protocollo della FIGC

Il numero uno della FIGC ha detto chiaramente: "C’è un protocollo, ma di fronte alla salute pubblica questo passa in secondo piano”. Si può dire apertamente, il protocollo validato poco tempo fa dal Ministero della Salute non vale nulla. Troppo facile nascondersi dietro la frase "la salute pubblica viene prima di tutto". Intendiamoci, moralmente tale principio non fa una piega. La salute deve essere sempre la priorità, quello che sconvolge è il fatto che tale buon senso non sembra valere sempre, ma solo in casi specifici. Si sa da tempo quanto pericoloso sia il Covid, ma nonostante questo provvedimenti simili a quelli presi "in favore" del Torino e del Napoli, non sono stati presi per altre squadre come la Lazio ed il Genoa, costrette a giocare (anche partite europee i biancocelesti) privi di tanti calciatori importanti.