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Lunga interista concessa da Ciro Immobile ai microfoni di Sky. L’ex capitano della Lazio, oggi al Bologna dopo un anno in Turchia con la maglia del Besiktas, si è raccontato a 360 gradi, partendo dalla scelta di tornare in Italia: “Sotto l'aspetto tecnico non c'erano tanti motivi per tornare: il campionato mi piaceva, il club è molto organizzato. Però da parte mia forse avevo bisogno di sfruttare questi ultimi anni dove la gente mi conosce di più. Quando si è aperta l'opportunità di Bologna l'ho vista così, non ho scartato una per prendere l'altra, era una cosa che mi è piaciuta”.
Voglia di Italia che significa anche voglia di Nazionale per Immobile: “Non ho sentito Gattuso, non ancora. Non mi sono mai paragonato a nessuno, non l'ho fatto neanche alla Lazio, però ho sempre cercato di imparare. Gattuso deve solo vedere se sto bene fisicamente, se faccio gol e se posso essere utile alla Nazionale”. E, a proposito di Lazio, l’ex capitano biancoceleste ha parlato anche delle possibilità di un ritorno nella Capitale: “La possibilità di tornare alla Lazio non c'è stata. Quello che abbiamo fatto insieme, quello che mi ha dato la città di Roma, sono ricordi che mi porto dentro e nessuno me li potrà mai togliere”.
Infine, le prime sensazioni sull’avventura a Bologna: “È stato un bell'inizio, forte, c'è entusiasmo ed è contagioso. In Turchia ho fatto una esperienza molto importante, ho chiuso l'anno con 20 gol anche con qualche problema fisico nella seconda parte dell'anno, abbiamo anche alzato un trofeo e non è mai scontato. Quest'anno ho ricominciato con l'entusiasmo di un ragazzino. Qual è l'obiettivo? Di confermarsi ancora una volta: conta la continuità nel calcio. Io ho lavorato tutta l'estate per trovare una soluzione che mi possa fare gioia e qualche soddisfazione, senza pensare all'età. Ho sempre creduto che col lavoro si possono raggiungere risultati importanti: siamo partiti bene, ho fatto diversi allenamenti, ho fatto due amichevoli e ho fatto gol.
Una classifica degli obiettivi? La conferma del Bologna in Europa al primo posto: vorrebbe dire fare una stagione importante a livello di squadra, da 65 punti o più. Poi direi fare tanti gol, tornare in Nazionale, vincere la classifica marcatori. È ovvio che se vinci la classifica marcatori automaticamente dovresti andare al Mondiale. Il fatto di allenarsi con Gianni Morandi a bordocampo è stata una bella emozione, non c'è cosa più italiana di questo. Il Bologna è una squadra collaudata, grazie al lavoro di Italiano e del suo staff, è davvero qualcosa di positivo. L'amore e la protezione che c'è intorno alla squadra mi ha stupito.
Cosa mi ha detto Italiano? Già dai primi contatti col mister mi è parso una persona molto sincera, ha tirato fuori tutto quello che aveva come preoccupazioni, ma non tecniche, semplicemente come allenatore che ha già un gruppo coeso e senza dualismi. Era preoccupato, data la mia esperienza e la mia carriera, mettere in difficoltà lui per i miei movimenti e non ascoltarlo in determinate cose. Mi ha fatto piacere partire dalle difficoltà, ci siamo portati avanti. Questo è un anno importante per il Bologna, vogliamo dimostrare un'ulteriore crescita e fino a questo momento sta andando tutto da obiettivo”.
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