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Inter-Lazio, Sarri in conferenza stampa: “L’approccio non è stato negativo”

Le dichiarazioni dell'allenatore biancoceleste subito dopo il fischio finale della sfida di San Siro tra Inter e Lazio giocata alle ore 12:30

Troppa Inter per una Lazio scarica di idee: la differenza la fa la panchina neroazzurra che con i subentrati ribalta il vantaggio di Felipe Anderson. Secondo ko di fila per i biancocelesti che comunque rimangono a 61 punti a 4 dal quinto posto. Sbagliare non sarà più possibile per una Lazio che a partire dal Sassuolo avrà l'unico imperativo di centrare i 3 punti. Al termine della gara mister Sarri, intervenuto in conferenza stampa, ha commentato la partita di oggi.

Un commento sulla gara? Cos'è accaduto? 

"Recriminazioni ne dobbiamo fare nei nostri confronti. La squadra ha fatto una partita dignitosa per 65 minuti. Io avevo paura per l'inizio del secondo tempo e invece è stato sereno. Abbiamo avuto un paio di situazioni che potevamo sfruttare meglio. Noi abbiamo una grande responsabilità e abbiamo dato la sensazione della debolezza. Stavamo aspettando di prendere gol e basta. Eravamo diventati blandi fisicamente e mentalmente. Si rincomincia in un momento in cui bisogna restare lucidi. Non sono sicuramente soddisfatto di quello che ho visto anche se per 70 minuti avevamo avuto la possibilità del doppio vantaggio".

Come sta la Lazio mentalmente? 

"Qui non c'è più niente da gestire. Ora siamo qui e dobbiamo pensarci noi. L'approccio alla partita di oggi non è stato negativo. Potevamo palleggiare meglio e di più. Poteva essere più qualitativo e pericoloso in fase offensiva ma non è stato un approccio disarmante. Tra la partita e la dimostrazione tra noi e loro c'è ancora un gap da colmare.Noi viviamo in un ambiente difficile e per rimanere estremamente lucidi, poi i media romani li conosciamo bene, o è tutta merda o si va in Champions palleggiando. Non era facile prima e non è facile ora. Noi se si va in Champion si fa un miracolo. Leggi le sostituzioni di oggi".

Le partite si vincono con i cambi?

"Le partite si vincono in tanti modi: con una cilindrata tecnica, mentale, fisica, con i cambi. Secondo me la partita è la dimostrazione che tra noi e altre squadre di campionato c'è un gap da colmare".

Cataldi come sta? La squadra ha sofferto la stazza superiore dell'Inter o qualcosa dal punto di vista atletico?

"Non completamente brillanti ma stavamo meglio della partita con il Torino. Ci sono delle qualità fisiche in cui l'allenamento non conta. Se io di natura ho un'accelerazione di 35 all'ora e tu a 30, dal momento che si parte, arrivo prima io. Quella è una qualità che non migliori è di natura. Nelle cose allenabili noi siamo la squadra che ha più chilometri per partita sopra i 16 e i 20 all'ora. Cataldi ha preso un colpo sul polpaccio. Quello si vedrà solamente tra 48 ore".

Un commento su Hysay, Marusic e Savic?

"La linea difensiva a un certo punto è stata esposta a troppi eventi e troppe letture. Marusic e Hysaj dovevano slegare in avanti, tornare indietro, andare dalla parte opposta ecc... chiaro che diventa una partita con grande dispendio di energie e di letture ma non mi è sembrata troppo sofferta".

Sta valutando il ritiro?

"Come diceva Fantozzi: "Per me il ritiro è una cagata pazzesca". Poi se i ragazzi ci vogliono andare allora possiamo. Se bastava andare in ritiro il Perugia faceva la Champions per 15 anni di seguito. Se è una volontà dei giocatori volentieri, sennò anche no".

L'Inter, il Milan e la Roma hanno le coppe. Manca l'adrenalina del campo?

"Noi appena siamo usciti dall'Europa abbiamo fatto una striscia positiva di risultati allucinante. Adesso siamo un po' in difficoltà ma io in passato le grandi sconfitte col Chelsea le ho fatte quando avevo le settimane normali. A livello mentale si scaricavano".

Chi secondo lei è favorito per andare in Champions?

"Non ne ho idea anche perché io cerco di estraniarmi da tutto. Non guardo i calendari delle altre squadre. Non ha grande senso. Manca un mese alla fine e chi starà meglio mentalmente e fisicamente ci va".