In un'intervista rilasciata per La Gazzetta dello Sport, Marco Parolo ha parlato di Simone Inzaghi e Stefano Pioli e della lotta scudetto tra le loro squadre. L'ex centrocampista della Lazio conosce molto bene i due tecnici, essendo stato allenato da entrambi nelle sette stagioni in cui ha vestito la maglia biancoceleste.
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Lazio News, Parolo: “Inzaghi è empatico, ha coinvolto tutti subito”
L'ex giocatore della Lazio Marco Parolo ha parlato di Inzaghi e Pioli, entrambi suoi allenatori nel periodo biancoceleste.
Su Inzaghi: "E molto bravo a livello empatico, capisce subito cosa può dare lui ai giocatori nel rapporto umano. Veniva da una base importante: il 3-5-2 di Conte era collaudato, Antonio ha trasformato una squadra forte in vincente. Inzaghi ha aggiunto leggerezza, spensieratezza e libertà di gioco. Non è solo questione di campo, ma un pensiero a 360 °: più dialogo, magari sconti sul lavoro se viene fatto tutto nel modo giusto. Simone ha inserito nuovi concetti in una macchina che andava forte, il gruppo ha allentato la tensione ma conosce la strada per la vittoria. Lo staff fa allenare tutti al massimo, trovando il modo di stimolare i giocatori e di farli divertire."
Su Pioli: "Stefano ha capito come poter capitalizzare la personalità forte di Ibra, lo ha sfruttato per spronare un gruppo che aveva tante difficoltà mentali a trasformarsi in una squadra sicura, con un leader in cui riconoscersi. Ora il leader è Pioli, è lui la sicurezza per tutto il gruppo. Ibra è la ciliegina sulla torta, non più la torta. E se uno come lui da tutto anche quando gioca 15 minuti, gli altri danno l'anima anche per un minuto."
Sulle similitudini tra i due: "A livello umano sono due persone capaci di entrare subito in empatia con i loro giocatori. Due che amano parlare e confrontarsi, ascoltare e suggerire. E non è un caso se oggi nelle loro squadre non si sente mai una voce fuori dal coro: tutti danno il 100%, sia chi gioca sempre sia chi viene chiamato in causa ogni tanto o per pochi minuti. Sono entrati nel cuore nella testa dei giocatori e questo è il più grande riconoscimento che possa ricevere un allenatore."
Sulle differenze tra i due: "Il mio Pioli non era quello di oggi, ma si intravedeva il grande potenziale. Colpiva la sua voglia di studiare sempre l'avversario e di cercare il modo di fargli male, il saper cambiare pelle anche in base alle caratteristiche di chi si affrontava, con modo di difendere e attaccare sempre differente. Inzaghi cambia poco, ha la sua idea e quella è. Pioli cambia l'interpretazione dello stesso modulo a seconda di chi si trova di fronte".
Sulla lotta scudetto: "Inzaghi e Pioli non hanno ancora vinto un titolo, quindi per entrambi ci sono nuove emozioni da vivere e provare. Ma sono pronti. L'Inter ha il vantaggio di avere un gruppo che sa come si vince. Un dettaglio che può fare la differenza quando non puoi più commettere errori. Sapevo che il Milan aveva le possibilità per lottare per il vertice, mentre l'Inter doveva solo metabolizzare il passaggio da Conte a Inzaghi ma non pensavo potesse avvenire in maniera così rapida. Simone è stato bravissimo e l'Inter dimostra oggi di essere una corazzata, con tanto entusiasmo. E merita il primo posto".
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