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Lazio Academy | Lotito: “Serve un calcio sociale. Lavoro per gara internazionale a Rieti“

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L’intervento pronunciato durante la conferenza stampa di presentazione del progetto Lazio Academy, andata in scena presso Palazzo Sanizi
Michele Cerrotta

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È intervenuto durante l’evento di presentazione del progetto Lazio Academy il presidente biancoceleste Claudio Lotito, queste le sue parole: “Sono qui con immenso piacere. Ho un legame particolare con questo territorio, ho un’azienda agricola ad Amatrice e mio nonno materno era di lì. Ho sempre avuto un legame fortissimo con questo territorio che per troppi anni è stato isolato rispetto alle proprie potenzialità che sono incredibili. Abbiamo scelto di partire da Rieti perché il potenziale valoriale è incredibile. Ci sono persone attaccate al territorio, che spesso sono state private di offerte concrete tali da consentire una crescita delle potenzialità.

Ricordo che in passato c’era un campo molto attrezzato, ma alla fine tutti i progetti sportivi non hanno ottenuto grandi risultati calcistici. Avere al proprio fianco una società come la Lazio, che ha portato risultati coniugando elementi importanti legati al nutrimento dello spirito, è importante. E qui ci sono tutte le condizioni, con tante persone che seguono e credono in certi valori. Noi vogliamo formare uomini e ragazzi, che devono recepire l’aspetto valoriale del calcio. Dobbiamo interpretare il calcio in questa maniera, formando i ragazzi anche verso il rispetto delle regole, dell’essere umano, del merito e dello spirito di gruppo. Diventa un valore aggiunto.

Serve la visione, la cabina di regia e poi la squadra che traduce il tutto in risultati pratici. Noi vogliamo fare questo partendo da Rieti. Le condizioni sono quelle giuste, deve crescere il territorio perché con queste iniziative si creano opportunità per i ragazzi e indotto per il territorio stesso. Ci sono anche evidenti interessi economici, occasioni per visitare questi territori. Qui ci sono tantissime potenzialità calcistiche e ambientali. Noi vogliamo coniugare questi aspetti. È un’occasione importante, ma questa iniziativa va accolta con l’animo giusto: fare qualcosa di diverso e rilanciare il territorio, non solo Rieti ma anche quello limitrofo. Questo calcio deve diventare sociale, inglobare una serie di situazioni sportive, economiche, ambientali e valoriali. E soprattutto l’orgoglio dell’appartenenza.

Ieri c’è stata una ricorrenza di Suor Paola, per lei ero un punto di riferimento e ci tengo che vada avanti. Sostiene i giovani e chi è meno fortunato. Qui c’è una suora che ripercorre quanto fatto da Suor Paola ma tifa Napoli? Va bene, i colori sono gli stessi. E devono esserci riconoscenti. Se il Napoli ha vinto il secondo scudetto lo deve a noi (ride, ndr). E per valorizzare il territorio di Rieti stiamo organizzando un’amichevole di valenza internazionale contro una squadra straniera di livello. È un’ipotesi che stiamo portando avanti, se riusciamo a farlo ne parleranno. Avere un’amichevole tra la Lazio e una squadra di valenza internazionale può essere un motivo di stimolo e onore per la città di Rieti. Quando presi la Lazio per prima cosa venni qui a Rieti perché c’era un’amichevole già organizzata.

Quando presi la Lazio lo feci perché l’allora presidente Berlusconi mi chiamò e mi disse che ero l’unica persona per farlo. Voglio un calcio didascalico e moralizzatore, che renda i giovani forti e coscienti dei propri mezzi. Oggi ognuno vuole fare il presidente della Repubblica, ma non è così: i giovani vanno formati nel merito, nell’aspetto valoriale. Nel capire per cosa possono essere utili per la collettività, che è la cosa primaria. Penso che su Rieti si possa fare un grandissimo lavoro.

Ci sono troppi fattori empatici che legano me e la Lazio a questo territorio. Ma soprattutto sono consapevole che questo territorio può risvegliarsi da un torpore caduto solo perché è stato valutato dal punto di vista territoriale. Io invece voglio avvicinarlo a Roma, creare uno scambio reciproco e sinergico. Roma può dare opportunità pratiche, ma il territorio può dare importanti opportunità valoriali che nelle grandi città spesso si perdono. Dobbiamo fare in modo che i giovani abbiano l’orgoglio dell’appartenenza e della tutela delle proprie origini. Vogliamo far riscoprire alle persone la cultura e l’identità di questo territorio”.