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Jean-Daniel Akpa Akpro, ex calciatore della Lazio, è stato intervistato dal Corriere del Verona. Non sono mancati i riferimenti ai biancocelesti ed a Sarri ed ha svelato il calciatore più forte con cui ha mai giocato. Di seguito le sue dichiarazioni:
Akpa Akpro, lei è il giocatore con più esperienza del Verona. Qual è l’apporto in più che dà?
"Siamo una squadra con tanti ragazzi giovani, bravi. Mi piace essere qui, avrei potuto passare all’Hellas già in precedenza. Siamo un gruppo che si è formato da poco, per questo ci vuole pazienza, ci stiamo conoscendo. L’impatto con il Verona è stato buono, è un bell’ambiente. Abbiamo bisogno di tutti per raggiungere l’obiettivo".
Quanto si fa sentire la mancanza della vittoria?
"Dobbiamo sbloccarci. Come per il gol che non c’è: lavoriamo molto per segnare. Il momento è così, ma non solo per noi. Nell’ultima giornata di Serie A sono state realizzate appena 11 reti".
Quante volte avrebbe potuto passare in gialloblù, prima di adesso?
"Nella scorsa stagione, a gennaio. Avevo parlato con il direttore Sogliano ma non se n’è fatto nulla, c’era in corso il cambio di proprietà. Anche nel 2023 abbiamo avuto dei contatti. Dopo, però, sono andato al Monza".
Quanto è stata importante la presenza di Paolo Zanetti, che l’ha allenata a Empoli?
"Ha inciso, ci conosciamo bene, a Empoli ci siamo salvati dopo un ottimo campionato. Gioco dove mi dice che servo alla squadra, non conta il ruolo. Al Verona l’ho ritrovato anche con qualcosa di diverso, perché la pressione è maggiore".
A proposito di allenatori, oltre a Zanetti, da chi ha imparato di più?
"La lista è lunga... Da tanti ho ricevuto insegnamenti di rilievo. Penso a Inzaghi e a Sarri alla Lazio, e Ventura alla Salernitana. Ma anche Nesta, al Monza. E Palladino, con cui, sempre al Monza, ho fatto un tipo di calcio che prima non conoscevo".
Il giocatore più forte con cui ha giocato?
"Milinkovic-Savic. Avrebbe dovuto andare a formazioni al vertice in Europa. Ha fatto un’altra scelta".
E al Verona?
"Lo sono tutti. Giovane, Orban, Serdar, Rafik Belghali… C’è molto talento e insieme percorriamo la strada che ci deve condurre a salvarci".
Ci hanno detto che lei è un po’ l’interprete dello spogliatoio…
"Parlo tante lingue, mi arrangio. No, non sono poliglotta, eh (ride, ndr)... Italiano, inglese, francese, spagnolo. Mi faccio capire".
Con chi è più in confidenza, in squadra?
"Sto spesso con Junior Ajayi, che è ivoriano, la mia terra d’origine. Ma se me lo chiedi mi sento francese, in Francia sono nato e cresciuto. Il mio idolo è sempre stato Zinedine Zidane".
Fuori dal campo come passa il tempo?
"In famiglia, con mia moglie Marie e i nostri figli, Juan, che ha 10 anni, e Lola, 8. Viviamo a Lazise. Guardo molti film e ho una grande passione, che è la musica".
Che genere preferisce?
"Hip-hop. Ma non soltanto l’ascolto: amo ballarla".
La via per la salvezza, un risultato che lei ha già colto sia all’Empoli che al Monza, di che cos’è fatta?
"Bisogna continuare a lavorare sempre e non smettere mai di credere. Fiducia, prima di tutto".
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