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Lazio, un altro Nuno: dodici mesi dopo, cosa ha detto l’estate di Tavares

Michele Cerrotta
Lavoro in fase difensiva agli ordini di Sarri e una grande novità dal punto di vista fisico rispetto alla scorsa estate per il portoghese

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È tutto un altro Nuno. Se lo augurano la Lazio e Maurizio Sarri e, guardando i presupposti, la strada intrapresa sembra quella giusta. Il 14 luglio di un anno fa il portoghese sbarcava ad Auronzo di Cadore con tanti occhi puntati addosso e con la voglia di spaccare il mondo. Troppa, considerando lo stop appena quattro giorni più tardi, il 18 luglio, dopo ventidue minuti di amichevole contro il Trapani.

Quello che inizialmente era sembrato soltanto un incidente di percorso si rivelò in realtà il primo inciampo di una stagione pesantemente rallentata dai continui problemi fisici. Ben sette, di cui cinque soltanto in un 2025 maledetto. Un anno più tardi, però, molto sembra essere cambiato. E non solo perché l’estate di Tavares è filata liscia senza inciampi.

Dopo un primo periodo di gestione in allenamento dettata anche dal timore per il pregresso, Nuno non ha più saltato un minuto di lavoro sui campi di Formello. E sfruttando anche l’assenza dell’impegno infrasettimanale Sarri è convinto possa fare del portoghese un’arma letale sulla fascia. Sperando che, come già accaduto lo scorso anno, a mettersi di mezzo non sia la nazionale. Durante la sosta di settembre il Portogallo sarà impegnato contro Ungheria e Armenia: in caso di convocazione, la speranza della Lazio è che Tavares non venga spremuto. Per allontanare definitivamente i fantasmi e far vivere al portoghese la stagione della consacrazione.