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Lazio-Cagliari, Martusciello: “La mentalità arriva vincendo, la prestazione…”

Martusciello
Le parole dell'allenatore in seconda dei biancocelesti, intervenuto in conferenza all'Olimpico, al termine della sfida tra Lazio e Cagliari
Michele Cerrotta

Vince la Lazio, ma è ancora lontana dal convincere del tutto. I biancocelesti partono fortissimi, poi calano alla lunga contro un Cagliari in inferiorità numerica. Con Sarri influenzato, al termine del match si presenta in conferenza stampa l'allenatore in seconda Giovanni Martusciello. Queste le sue parole.

Pedro ha ripetuto due volte che bisogna cambiare mentalità nel chiudere la partita: ha visto questo limite stasera?

No, assolutamente. La partita si è messa in condizione straordinariamente favorevole, ma c’è sempre il pensiero a non forzare quando capitano queste cose. E la partita ha preso così una piega che conoscevamo: sapevamo che alla fine avrebbero sparato questi palloni lunghi su cui noi potevamo andare in difficoltà. Le partite prendono una piega, non si può prestabilire il principio. Noi proviamo a fare il meglio possibile, a volte non ci si riesce. Ma la partita ha offerto anche spunti positivi che non siamo stati bravi a sfruttare. Ma la mentalità si costruisce con le vittorie: la Lazio ha vinto 1-0 venendo da una sconfitta 2-1 con l’ultima in classifica. Veniamo anche da un passaggio di turno straordinario che a tutti noi ha tolto energie fisiche e mentali enormi. Aver portato a casa questo risultato, anche grazie a Provedel, ci rende estremamente contenti. La mentalità la costruiremo col tempo, ma oggi rimangono tre punti. La mentalità arriva con le vittorie: tra martedì e oggi abbiamo intrapreso il percorso. Noi dobbiamo risalire, cercando di arrivare al sogno di sentire quella musichetta anche il prossimo anno. E questa è l’unica certezza”.

Vi state divertendo a vedere questa Lazio?

Ci stanno le difficoltà, mi diverto se a distanza di tante partite ottengo quello che voglio tramite un mio desiderio, che è il bel gioco. A volte, come stasera, non ci si riesce anche se nei primi 20’ l’abbiamo fatto. Poi un particolare ci ha dato il vantaggio numerico che non abbiamo azzannato, e vi ho spiegato perché. Ma io ho visto solo gente felice nel giocare a calcio: non c’è gioia se alla fine non provi queste cose. Il divertimento arriva tramite una proposta di gioco che a volte, tipo stasera, è stata solo a tratti come volevamo. Poi conta anche la bravura degli avversari. Negli ultimi minuti hanno tirato pallonate in avanti e noi per struttura siamo andati in difficoltà. Bravissimo Provedel a tenere inviolata quella benedetta porta”.

Viste le tante gare ravvicinate, qual è il punto della situazione sugli infortunati?

Né Casale, né Zaccagni, né Romagnoli recuperano per martedì. Luis è da valutare perché non ho neanche parlato col dottore. Ma gli altri tre sicuramente non ci saranno. Per il campionato vedremo in base agli esami strumentali”.

Questa Lazio è noiosa: non è questo l’approccio per scalare una montagna.

Questa è una sua considerazione. I tifosi fischiano perché hanno visto una squadra in superiorità numerica vincere solo per 1-0. Qui vicino anche ci sono squadre che vincono le partite e giocano decisamente peggio. Noi siamo la Lazio e cerchiamo di vincere tutte le partite: a volte ci si riesce e a volte no, a volte ci si diverte e altre no. Lo spettacolo non è stato giusto, è vero, ma ce ne passa da qui a dire che non si è mai vista una partita del genere”.

Qual è il focus della Lazio sulla Coppa italia, in vista di una gara già decisiva?

Domani mattina ne parleremo con la squadra, ma credo siano tutti consapevoli che sia una finale. Poi se la si affronta in modo differente viste le ultime prestazioni… vediamo se riusciamo a ritrovare l’entusiasmo che ci ha contraddistinto negli ultimi anni”.

Oggi è l’undicesima volta su quattordici che la Lazio non vince la ripresa: teme sia una squadra più piatta nella seconda frazione?

Oggi credo che abbiamo provato a far gol ogni volta che sono ripartiti. Il tentativo di gestione secondo me non c’è stato e se c’è stato è arrivato per paura di forzare delle giocate con i loro giocatori veloci che potevano metterci in difficoltà”.

Felipe Anderson in che momento è? Ha a che fare con il rinnovo del contratto in ritardo il suo rendimento?

No, secondo me non incide. Il ragazzo lo conoscete meglio di me, ha una sensibilità differente dagli altri e quando non riesce a offrire prestazioni di alto livello si incupisce. È fatto così, va aspettato provando a stimolarlo per fargli superare un momento un po’ così”.

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