Mobilità e flessibilità, principi chiave per la nuova Lazio di Baroni, uniti a un senso di sacrificio. "Preferisco un attaccante in più a patto di avere equilibrio" - le parole del tecnico vanno in una direzione di una squadra offensiva, che può affidarsi anche in coppia a Castellanos e Dia. Una soluzione già adottata a Udine, ma nel disperato bisogno di pareggiare un passivo pesante di 0-2. Una possibilità che sembrava soltanto temporanea e che Baroni ha riproposto direttamente dal 1' contro il Milan con ottimi risultati (a segno entrambi).
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Lazio, Dia-Castellanos: la nuova arma di Baroni in controtendenza con la Serie A
Seppur resta ancora da trovare il giusto equilibrio, lo testimonia soprattutto il secondo gol subito contro i rossoneri, la doppia punta può diventare un'arma per i biancocelesti, anche del tutto in controtendenza col calcio attuale. In Serie A, infatti, se escludiamo le squadre che hanno un'impostazione di un puro 3-5-2 (l'Inter di Inzaghi, così come Genoa, Torino e Cagliari), in cui il sistema di gioco agevola la doppia punta, è quasi un unicum vedere in campo una squadra con i due esterni d'attacco e due attaccanti centrali. Perché, anche se sulla carta quello di Baroni era 4-2-3-1, si notava come nella fase di non possesso la squadra si assestasse con il 4-4-2.
Nel campionato italiano fa eccezione soltanto il Como di Fabregas, un 4-4-2 che può contare su Belotti e Cutroni nel ruolo di doppia punta. Soluzioni nuove per la Lazio - l'ultima con la doppia punta fu quella di Inzaghi - ma non per Baroni. Il tecnico fiorentino già a Verona aveva lavorato su situazioni simili, mandando in campo a tutti gli effetti una sorta di 4-2-4. Resta ancora da trovare il giusto equilibrio, questo è evidente. Ma i primi esperimenti danno segnali confortanti sulla convivenza della doppia punta. E per Baroni può rappresentare il modo giusto per sopperire a una mancanza di qualità negli ultimi 20 metri. E senza avere il problema della coperta corta, anche per la presenza di Noslin come jolly offensivo.
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