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Lazio, dalla poca obiettività ai limiti caratteriali della rosa: Tudor è sempre più sarrizzato

Igor Tudor
È un Tudor sempre più "sarrizzato" quello alla guida dei biancocelesti: dalla poca obiettiva dell'ambiente ai limiti caratteriali della rosa
Stefania Palminteri Redattore 

Sarri come esempio: dopo 45 giorni dal suo insediamento Tudor si sbilancia. "La Lazio non era da secondo posto lo scorso anno, ma parlando con un tifoso mi ha detto che vuole vincere lo scudetto - diceva il tecnico prima della gara col Monza - Sarri provava a farlo capire, un tecnico e un club devono mantenere l'obiettività". Un Tudor quasi "sarrizzato" che non ha mancato di criticare il calendario (per il recupero di Atalanta-Fiorentina). E magari a farlo arrabbiare dopo il pari arrivato in Brianza è proprio il famoso germe di cui parlava proprio il tecnico toscano.

Di certo non ai livelli di quello di cui parlava Sarri dopo le debacle di Verona (contro il gruppo proprio di Tudor) o Herning. Germe comunque rispuntato sempre nel momento in cui serviva uno sprint. Le differenze tra i due ovviamente rimangono: Sarri inventava poco, Tudor forse rischia troppo ma i punti in comune sono sempre di più. Guarda caso però una volta appurati i limiti fisici e caratteriali della rosa (vedi le reazioni a Monza di Zaccagni e Luis Alberto, il croato ha iniziato a pensarla sempre più come Sarri. Traendone forse anche qualche spunto.

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