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Lazio, Di Canio: “Il ridimensionamento è ovvio. Su Sarri, Tudor e Baroni…”

Di Canio
Le dichiarazioni di Paolo Di Canio, ex attaccante biancoceleste, sul momento e sul futuro della Lazio, specialmente in ottica calciomercato
Edoardo Pettinelli Redattore 

Momento delicato in casa Lazio. La contestazione non accenna a fermarsi, e la società è chiamata a risposte importanti, specialmente sul mercato. In merito, ai microfoni del Messaggero, è intervenuto Paolo Di Canio. Queste le sue parole.

I tifosi hanno contestato la Lazio.

"Ovvio, era più che naturale considerando l'evidente ridimensionamento della squadra e delle prospettive del club. I tifosi hanno diritto di esprimere il loro dissenso e lo hanno fatto nel modo più educato possibile. Ma non otterranno niente, questo è chiaro".

Si aspettava la fine del ciclo Sarri in modo così improvviso?

"Le sue dimissioni erano nell'aria da tempo, si era lamentato già dopo la campagna acquisti, poi ha pagato l'atteggiamento dei giocatori che gli erano ostili".

Lei pensa che gli abbiano giocato contro?

"Non arrivo a dire questo ma quando tu promuovi capitano, in assenza di Immobile, uno come Luis Alberto che segnale puoi dare alla squadra? Si lamentava delle sostituzioni e continuava a chiedere la cessione, atteggiamenti poco sopportati dai compagni. Nello spogliatoio c'era burrasca".

Se n'è andato anche Felipe, oltre allo spagnolo.

"Che errore hanno commesso a Formello: lui sì che era uno a cui bisognava stare dietro, in modo da rinnovare il contratto prima della scadenza. Invece addio anche a lui, come l'anno prima a Milinkovic. Il ridimensionamento è palese".

Tanto che anche Tudor se n'è andato di corsa.

"Ha capito che nella Lazio non c'erano i presupposti per fare il calcio che desiderava. C'era troppo potere nello spogliatoio e Igor se n'è accorto. Come sempre si riparte da zero".

In che senso?

"Se la Lazio perde giocatori come quelli che ho citato e tratta nuovi acquisti che sono retrocessi oppure si sono salvati all'ultima giornata allora non puoi pensare in grande: sarà un mercato difficile e non so se la società sarà in grado di affrontarlo in modo competitivo. Vedo che celebrano un giovane come Isaksen: ma cosa ha fatto oltre a qualche sgroppata?".

Come allenatore, ecco Baroni.

"Ottimo lavoratore e splendida persona, massimo rispetto per lui, ma anche questo è un chiaro ridimensionamento. Sarri poteva chiedere e pretendere giocatori, Baroni indicherà le sue necessità ma non potrà comandare. Indicherà tre nomi ma riceverà sempre il terzo, se gli andrà bene".

E' successo anche a Sarri

"Per Baroni la Lazio è come il Real Madrid: si giocherà le sue carte che non saranno mai assi di cuori. Proprio nel momento in cui allo stadio erano tornati 40-45 mila tifosi, ecco il solito passo indietro".