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ESCLUSIVA – Marconi: “Questa Lazio non deve porsi limiti. Il Midtjylland…”

Federico Marconi
Federico Marconi, telecronista per Dazn, parla in esclusiva in vista della sfida contro il Midtjylland, club che ha commentato in passato

redazionecittaceleste

In vista della sfida tra Lazio e Midtjylland, Cittaceleste ha contattato in esclusiva Federico Marconi. Telecronista per Dazn, oggi commenta Liga ed Europa League, ma ha avuto modo di vedere da vicino gli avversari dei biancocelesti commentando per una stagione la Superliga danese. Federico Marconi è allora intervenuto su Cittaceleste TV - canale 85 del digitale terrestre - durante Lightblue Boys, condotto da Michele Cerrotta con Gianluca Mattalini e Davide Censi.

Il calcio danese è effettivamente in crescita o il caso Midtjylland è destinato a rimanere isolato?

Caso isolato no, penso sia un campionato assolutamente in crescita sebbene non di primissima fascia. Ho avuto la fortuna di raccontarlo e mi sono reso conto che il livello tecnico non è assolutamente basso. Poi alcune squadre in Europa faticano come i campioni della stagione 20-21, il Brondby. L’anno scorso in Europa League ha fatto solo un punto. Ma il Midtjylland è una realtà importante che riesce come fosse in un campionato di prima fascia a progettare il futuro. Ha tanti giovani interessanti, ha ceduto alcuni giocatori in Liga. C’è molto ricambio e la Lazio se ne è accorta”.

Isaksen all’andata si è fatto notare. È già un calciatore pronto per panorami più importanti?

Non si può avere la certezza. Quest’anno in Liga è arrivato Awer Mabil al Cadice dal Midtjylland. Ma sta faticando tantissimo e non sta riuscendo ad avere l’impatto devastante avuto in Danimarca. Isaksen è sicuramente un calciatore che dovrà crescere, ma che farà prima o poi il salto. Si è messo in mostra in Superliga danese ma anche in Europa League. È un salto mentale importante, ma quando cambi il panorama è normale si possa faticare. Lindstrom al Francoforte ha vinto l’Europa League da protagonista per esempio”.

Ci sono altri giocatori che possono fare il salto nel Midtjylland?

Evander mi piace tanto. Tra i giovanissimi come Isaksen non ne vedo tanti. Ci sono giocatori interessanti ma più datati come il capitano Sviatchenko, Dreyer e Sory Kaba, che è un giocatore molto interessante. Alcuni sono già partiti. Tra loro anche Pione Sisto, che è tornato perché ha faticato nel cambio di categoria. Però come Isaksen non ne vedo onestamente. E secondo me significa anche che è un giocatore davvero promettente”.

Il risultato dell’andata potrebbe condizionare il Midtjylland? È una squadra mentalmente forte?

Ovviamente 5-1 è un risultato importante, ma non credo. Alcune squadre di campionati di seconda fascia in Europa provano a fare sempre bella figura. Il risultato dell’andata ricorda anche quello che è successo lo scorso anno in Conference tra il Bodo/Glimt e la Roma, i norvegesi hanno fatto benissimo anche al ritorno, oltre alla fase a eliminazione diretta. Non penso sottovaluteranno la gara, non dovrà farlo anche la Lazio.

I biancocelesti però sono un’altra squadra rispetto a quella dell’andata. Il gioco di Sarri si vedeva già nel finale della scorsa stagione, ma penso che la Lazio ora non debba porsi limiti. È una squadra bella da vedere e molto concreta. Il 2-0 a Bergamo, in quel modo e senza Immobile, dà una consapevolezza in più. E penso che in questo momento anche giocando sul discorso psicologico non c’è Midtjylland che tenga”.

Segui da vicino il gruppo D di Europa League e anche lì ci sono sorprese. Può essere una motivazione la volontà di mettersi in mostra su un panorama di questo livello?

Penso che sia tutto, almeno l’80%. Questo dimostra e motiva anche la reale difficoltà delle partite internazionali. I risultati a sorpresa nascono da questo. Poi viene sottovalutato anche il discorso delle motivazioni, delle tante partite giocate: magari si arriva stanchi a una partita e la si sottovaluta, mentre l’avversario la gioca come una finale di Champions.

Il Saint-Gilloise è una delle più belle favole del calcio. Due stagioni fa era nella seconda serie belga, l’anno scorso da neopromossa è arrivata seconda giocandosi un playoff di Champions e rischiando di passare. La fame e la testa nel calcio fanno tanto. Ed è un panorama fondamentale anche per alcuni giocatori”.

Pensi ci siano delle favorite evidenti per arrivare in fondo in Europa, considerando anche le squadre che scendono dalla Champions? Come vedi la Lazio?

La finale dello scorso anno nasce perché vanno fuori squadre importanti. Il Rangers ha fatto fuori squadre importanti. Quando due squadre arrivano in finale significa che hanno fatto un cammino importante. Questo aumenta il livello dell’Europa League. Non so quale possa essere il pronostico, ma ribadisco che la Lazio non deve porsi limiti. Specialmente per il campionato, mentre in Europa ci sono due incognite.

La prima è Sarri, che dà un gioco meraviglioso alle sue squadre ma che con tante partite e una rosa non lunghissima tende a snobbare l’Europa League. L’altro è direttamente proporzionale e riguarda la rosa: bisognerà capire nell’arco della stagione quanto i tanti impegni potranno essere un problema. Se così non fosse la Lazio ha le carte giusta per giocarsela in Europa”.

La maggior parte delle italiane in Europa stanno faticando. È un problema del calcio italiano o si sta allargando il movimento europeo?

Vorrei che fosse la seconda opzione. Sarebbe bello tornare ad avere tanti campionati competitivi e tante nuove squadre per formare anche nuove finali. Credo che un po’ il problema dell’arroganza del sistema italiano ci sia. Non è un caso che nelle ultime stagioni ci siamo un po’ fermati dal punto di vista della crescita. Indubbiamente qualche problema c’è stato. E questa è soltanto una conseguenza. In Liga ci sono formazioni che in campionato arrivano anche sotto il quarto posto o fuori dalle coppe, che però hanno per DNA un modo di fare calcio più propositivo e qualitativo. E si vede in Europa, basti pensare alla sfida tra Roma e Betis.

Ma ci sono mille casi e credo sia la stagione meno adatta per parlare di problema del calcio italiano. La Juventus ha dei problemi, ma c’entra poco il sistema italiano. È un problema di progetto che va avanti da anni. Ma ci sono belle storie come quella del Napoli. In un girone in cui poteva passare a stento ha dominato e può passare a punteggio pieno. L’Inter contro il Barcellona ha giocato con una personalità che spesso abbiamo invidiato ad altri campionati. Vedevamo squadre italiane, favorite, soffrire contro squadre straniere, sfavorite. La risposta dell’Inter deve piacerci. Poi ogni storia è a sé e va analizzata in modo specifico”.

Quanto pensi che influenzerà la stagione la pausa del Mondiale in particolare nelle squadre che perderanno molti giocatori?

Credo che nessuna squadra firmerebbe per terminare ultima nel girone al di là della pausa. Ogni squadra dovrebbe avere la voglia di andare fino in fondo. Sarà però tanta la differenza post Mondiale. Non so chi soffrirà di più perché è un qualcosa che non abbiamo mai vissuto. Però mi incuriosisce: ci stiamo tutti fasciando la testa ma magari poi non cambierà nulla”.

Torniamo in casa Lazio. Immobile, Milinkovic e Sarri sono spesso sottovalutati. Il primo per la Nazionale, il secondo ha tante richieste ma nessuno vuole pagare quanto richiesto, il terzo è stato mandato via dalla Juve con fretta eccessiva. Pensi che certi personaggi paghino il blasone delle loro squadre?

Dipende. Milinkovic per me è un calciatore di livello assolutamente internazionale e ci sono calciatori sopravvalutati nel panorama europeo che vengono strapagati. Penso che determinati soldi Milinkovic li valga davvero. Forse però negli anni ha avuto meno possibilità di altri per mettersi in mostra. Ha solo 7 presenze in Champions e sono poche per uno come lui. Gioca in una squadra che la Champions dovrebbe farla tutti gli anni ma che non ci sta riuscendo, penso venga visto poco quindi dalle big europee.

Immobile può piacere o non piacere, ma quando segni tutti quei gol e sei un riferimento importante per ogni allenatore allora è evidente la tua importanza. Riguardo Sarri, non si è venduto troppo bene alla Juve. Apparentemente dà la sensazione di essere meno signorile per certi punti di vista. Ma alla fine conta fare calcio e ovunque è andato ha insegnato calcio e ha anche portato a casa trofei. Ha tutto il dovere di essere rispettato come uno dei big tra gli allenatori”.

Commenterai Union Berlino-Braga, che partita sarà?

Per esperienza internazionale il Braga, che lo scorso anno ha fatto i quarti ed è uscita contro i Rangers finalisti. Ma per condizione stagionale, vista anche la Bundesliga, la rivelazione è l’Union. Vedremo”.