"Avevo molte offerte anche da club inglesi, belgi e altri di Serie A, ma la mia famiglia e la mia ragazza mi hanno consigliato la Lazio. Voglio diventare titolare e aiutare la squadra a vincere trofei". Inizia così l'avventura di Denis Vavro con la maglia biancoceleste. Nel luglio 2019, la Lazio ufficializza l'arrivo dal Copenaghen del difensore slovacco classe 1996. Al club danese 12 milioni, che ne fanno (al momento del suo sbarco nella Capitale) il terzo difensore più pagato della storia del club dopo Stam e Mihajlovic e del ventesimo acquisto più costoso di sempre in casa biancoceleste.
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Fenomeni Parastatali, storie di meteore. Vavro: dal sogno trofei all’imbarazzo social
Le aspettative sono inevitabilmente molto alte, nonostante Vavro abbia sempre giocato a 4 e debba assimilare i dettami di quella 3 di Simone Inzaghi. Le caratteristiche sembrano essere quelle giuste: 190 centimetri, destro di piede, grande fisicità e una tendenza al dominio del gioco aereo. Le difficoltà però si presentano fin da subito. Vavro fatica a entrare nelle dinamiche di gioco di Simone Inzaghi e il tecnico piacentino fin da subito lo impiega di rado. Al termine della prima stagione sono appena 17 le presenze (per un totale di 835 minuti giocati) tra Serie A ed Europa League.
Al termine della prima annata in biancoceleste l'epilogo sembra già scritto. Vavro inizia la stagione 2020/21 con la Lazio, raccoglie appena 32 minuti fino a gennaio quando, nell'ultimo giorno della finestra invernale di mercato, parte in prestito all'Huesca in Spagna. A giugno lo slovacco rientra a Formello, iniziando a manifestare tutto il suo malcontento, con un atteggiamento ostile che contraddistinguerà la parte finale della sua avventura laziale. "Voglio assolutamente lasciare Roma a gennaio - dichiara Vavro nel dicembre 2021 - Questo non è un posto che fa per me, non posso rimanere dove posso solo allenarmi senza poter mai giocare…”.
L'ex Copenaghen aveva infatti iniziato anche la stagione 2021/22 con la Lazio. Il motivo erano le regole finanziarie che si applicano agli stranieri in Italia e il fatto che il club avrebbe dovuto pagare una certa somma di tasse. A gennaio 2022 il nuovo via libera: Vavro parte di nuovo in prestito e torna in Danimarca per 6 mesi. Il copione della sua seconda avventura al Copenaghen è ben diverso da quello visto in biancoceleste: assist all'esordio, gol alla seconda presenza e una ritrovata tranquillità e solidità che convincono il club a riscattarlo. Prima però c'è spazio per l'ultima, terribile, gaffe.
Durante una diretta su Twitch, con Vavro a tutti gli effetti ancora un giocatore biancoceleste, alla domanda "Odi la Lazio?" risponde con un secco: "Sì, certo!". La frase non è passata inosservata, suscitando la rabbia dei tifosi biancocelesti. Inutile il tentativo di scuse da parte del difensore. "Ho fatto un errore. Ho detto cose che non avrei dovuto dire. La Lazio è club grande e storico: troppo grande per calciatore come me". Parole perse nel vento, come la storia di Vavro in biancoceleste, chiusa ufficialmente il 6 luglio 2022 con il passaggio a titolo definitivo al club che lo aveva venduto alla Lazio.
Due rette, Vavro e la Lazio, destinate a rimanere eternamente parallele. Un'avventura tutt'altro che indimenticabile e un investimento da 12 milioni ancora tutto da spiegare.
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