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Lazio-Genoa, Sarri: “Visti passi avanti, so cosa ci manca. Vecino e gli infortunati…”

Sarri
Tutte le dichiarazioni del tecnico biancoceleste, intervenuto in conferenza stampa, al termine della gara di Coppa Italia contro il Genoa
Michele Cerrotta

Ancora un successo per 1-0 per la Lazio, che batte il Genoa e conquista i quarti di finale di Coppa Italia. I biancocelesti aspetteranno la vincente della gara tra Roma e Cremonese (3 gennaio), proseguendo nel percorso di ritorno alla brillantezza dello scorso anno. Segnali di ripresa, oggi, si sono visti evidenti in mezzo al campo. Al termine del match intanto, per analizzare la gara odierna, è intervenuto in conferenza stampa Maurizio Sarri. Queste le sue parole.

È la nuova frontiera del Sarrismo questo modo di vincere le partite?

Tenere viva la partita fino alla fine è una responsabilità, abbiamo avuto occasioni per chiuderla. Buona dal punto di vista tattico la gara, come col Cagliari. Ma stasera la palla circolava più veloce e la gara è stata meno noiosa rispetto a quella col Cagliari. C’è stata più brillantezza di palleggio e la gara è stata più godibile, l’aspetto positivo è la ritrovata solidità, quello negativo è che senza chiudere le partite si rischia di lasciare qualcosa”.

Nelle ultime otto partite sei clean sheet: sono tornati i meccanismi difensivi dello scorso anno nonostante gli infortuni.

La linea si sta muovendo bene al momento, ma mi sembra anche ben supportata dal centrocampo, che è in gran crescita dal punto di vista dell’interdizione. Dobbiamo ritrovare ancora la pericolosità offensiva dello scorso anno, stasera ci sono state palle gol ma la percentuale tra realizzazione e occasione non è più quella dello scorso anno e forse costruiamo anche meno occasioni. Ma il palleggio di stasera a tratti mi è piaciuto, e palleggiare lì dentro è roba seria e rischiosa. Il terreno di gioco è un mare mosso, Zaccagni aveva detto tempo fa che è ingiocabile. Giocare questo calcio qui è più difficile, ci sta il rischio di perdere palloni pericolosi”.

Pellegrini ha giocato poco per quali motivazioni? Perché non ha saputo diventare titolare prima?

Per tanti motivi, fatico a far giocare insieme Lazzari e Pellegrini per caratteristiche. E siccome Lazzari negli ultimi due mesi è stato baciato da Dio ne ha fatte le spese Pellegrini. Poi se si parla di aspetti personali sono due buoni giocatori”.

Qual è la situazione degli infortunati?

Stasera Isaksen ha avuto un piccolo risentimento e Patric ha sentito un indurimento al polpaccio. La prima impressione dei medici è che non siano lesioni, ma che siano questioni recuperabili velocemente. Quanto però senza esami è difficile dirlo. Gli altri stanno recuperando, Zaccagni stamattina ha fatto buona parte in gruppo e dovrebbe essere recuperato nei prossimi giorni. Casale dovrebbe rientrare domani in gruppo, Romagnoli ha controlli giovedì. Luis Alberto oggi stava meglio, le analisi hanno escluso lesioni”.

E Vecino?

Normale episodio che può succedere negli spogliatoio, neanche particolarmente clamoroso. Poi la società ha preso questa decisione e io sono stato d’accordo, la situazione è questa”.

I lanci lunghi sono una novità?

Sono un effetto del terreno dell’Olimpico, altrimenti è pericolosissimo uscire in modo pulito. Io dico sempre anche di giocare dal fondo, ma i ragazzi dopo il riscaldamento spesso mi dicono che è impossibile giocare come vogliamo noi. L’anno scorso il terreno in questo periodo era buono”.

Si può rimarginare la questione con Vecino?

Non lo so, sarà una scelta della società che mi dirà se sarà possibile. Secondo me, anche se ho visto la società molto decisa, ci sono possibilità”.

Rovella viene schierato spesso, eppure sembra che cerchi spesso la giocata facile. Come mai?

La risposta è nella domanda: può crescere molto, prende troppo spesso la palla chiuso e non può sapere se è aggredito, di conseguenza gioca indietro o a lato. Ha grandi capacità di smarrimento, deve imparare ad aprire in ricezione e capire quando può verticalizzare. Se noi palleggiamo bene le squadre si aprono e possiamo verticalizzare, noi in questo a volte manchiamo”.

È entrato nei primi dieci allenatori per panchine nella storia della Lazio. Ce n’è una particolarmente iconica?

Qui alla Lazio le panchine che ricordi sono quando vinci i derby, è più importante delle vittorie e delle partite in Champions”.

A che punto è Castellanos?

Lui soffre il fatto di non segnare in questo periodo. Ci ho parlato ieri, chiedendogli perché fosse nervoso contro il Cagliari. E lui mi ha parlato del gol. Ma deve essere una conseguenza, se giochi per segnare diventa tutto più difficile”.

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