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Sarà Gila a guidare la difesa della Lazio al Sinigaglia, ma il percorso per diventare leader difensivo è stato lungo e complesso. A partire dal suo arrivo nella Capitale, quasi in sordina rispetto al centrale affidabile e completo che è oggi. Arrivò dalla Serie C spagnola, precisamente dal Real Madrid Castilla. È servito tempo, ambientamento e addestramento. Contro il Como, nell'esordio stagionale in Serie A del prossimo 24 agosto, sarà lui a comandare il reparto senza Romagnoli e con Provstgaard a completare la cerniera difensiva.
Farà lui momentaneamente da chioccia al danese, anche se anagraficamente sono divisi appena da due anni di differenze. Eppure, come per Provstgaard, Gila si è conquistato il suo spazio e le sue chance a poco a poco. Soprattutto, con grande forza di abnegazione. Il suo primo anno nella Capitale, passato quasi da inutilizzato, lo avevano provato tanto da dover ricorrere a un percorso ad hoc extra-campo. Ma il tempo e l'attesa lo hanno ripagato: oggi è tra i difensori centrali più promettenti tra i maggiori campionati europei.
Ma Sarri ci aveva visto lungo. E forse, proprio per paura di non bruciarlo, lo ha messo da parte e lo ha fatto crescere senza particolare fretta. Era l'estate 2023 quando la Lazio, alla ricerca di un nuovo difensore centrale, meditava l'acquisto di Bonucci dopo l'addio alla Juventus. Ma un amore mai sbocciato con Sarri e un'incompatibilità generale - sia tecnica che economica - tra le parti mise fine alle trattative. Proprio il tecnico toscano, allo stesso tempo, bloccò in maniera lungimirante il prestito di Gila all'Hellas Verona nonostante il mancato utilizzo nella prima annata nella Capitale.
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