In pensione dopo più di 20 anni di onorato servizio. Lo storico cuoco della Lazio, Giocondo Ruggeri, ha salutato Formello dopo tanto tempo. Ai microfoni del CorSpor Giocando si è raccontato.
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Giocondo: “Non è facile lasciare la Lazio. Il segreto della crostata è…”
Chef Giocondo, la Lazio l'ha ringraziata con una maglia firmata dall'intera rosa.
"Ora posso riposarmi. Non è facile lasciare la squadra del cuore, la mia prima partita fu a Maribor nel 1999. Trasferta di Champions con Eriksson in panchina, una Lazio clamorosa".
Ora chi prenderà il suo posto?
“Da un paio di anni c'è la signora Luciana, lazialissima anche lei. Fosse stata della Roma, in cucina neanche sarebbe entrata...”.
Il ricordo più bello?
"Il 26 maggio: organizzammo una cena tutti insieme a Norcia, poi tornammo a Roma e si vinse la Coppa".
Con chi ha avuto il rapporto migliore?
"Ho conosciuto tanti ragazzi che ora sono top allenatori. Simeone, Inzaghi, il grande Mihajlovic. Sinisa era una grande persona. Con i 'vecchi' mi sento ancora: Peruzzi, Zauri, Mauri, Corradi, Fiore, Favalli, Giannichedda, Liverani, tanti altri".
Il calciatore che ha chiesto lezioni di cucina?
“Hernanes. Ha imparato a fare il risotto alla parmigiana e la crostata, anche se l'ha bruciata le prime 4-5 volte. ‘Il Profeta è bravissimo’ mi diceva la moglie davanti a lui. Poi quando eravamo da soli ‘Fa schifo quello che prepara a casa’.
Cosa ha di speciale questa crostata?
"La cuocio più del normale e la frolla diventa biscottata. Sopra rigorosamente marmellata di albicocca o ciliegia".
Due decenni di calciatori: qualche "segreto"?
"Tare forse è stato il più man-gione, Marchetti il più fissato, grazie a lui introdussi nel menu la pasta aglio, olio e peperoncino, con l'aggiunta di zucchine e zenzero. Da quel giorno la squadra me l'ha sempre chiesta. Naturalmente non il giorno prima della partita”.
Giocondo protagonista in cucina e di alcune sfide accese...
"lo e il magazziniere Walter Pela coppia fissa contro Peruzzi e Inzaghi. Ma loro baravano, parlavano pure a tressette, non si può mica. Simone, quando l'ho conosciuto da giocatore, mangiava ancora i biscotti Nipiol a colazione. Una fissazione sua e del fratello Pippo".
Con Sarri niente partite a carte?
«No, però con lui un bicchiere di vino e giusto una sigaretta. Vabbè, facciamo 5-10... Un uomo tutto d'un pezzo, ho avuto la conferma una volta che l'ho conosciuto. Lo stesso discorso vale per il suo staff».
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