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Gregucci su Lazio-Fiorentina “Il problema è stato mentale. L’equilibrio…”

Gregucci
Angelo Gregucci, ex difensore della Lazio, ha trattato vari temi. In particolare si è soffermato sull'atteggiamento nella gara di ieri sera
Edoardo Pettinelli Redattore 

Angelo Gregucci, ex difensore della Lazio (1986-1993) è intervenuto telefonicamente a Radiosei, esprimendo la sua opinione in merito alla sconfitta di ieri contro la Fiorentina (2-1). Ha analizzato punti di forza e talloni d'Achille della squadra di Baroni, soffermandosi sull'atteggiamento nelle gare di cartello disputate fino ad ora. Ecco le sue parole:

"L'atteggiamento e i comportamenti sono fondamentali. Mi sembra che la squadra, quando è obbligata a portare a casa i tre punti, sente troppo la pressione e questo toglie molto al modo di giocare. Ieri la lettura tattica era facile. Senza Rovella e Guendouzi insieme in fase di costruzione, andiamo incontro a mille difficoltà. Il primo tempo è andato male, De Gea non ha fatto una parata. Il secondo invece è stato dignitoso: nei minuti di recupero abbiamo fatto vedere le cose migliori, gettando il cuore oltre l'ostacolo.

L'arbitro non è sicuramente esperto per gestire questo tipo di gara; non tanto per gli errori piuttosto per la conduzione, non è accettabile. Che non sia, però, un alibi: la Lazio non ha perso la partita per colpa di Rapuano, ma per come è entrata in campo. Sono amareggiato e contrariato: la gara con il Como non ha insegnato nulla. Nel primo tempo di quella partita abbiamo rischiato di andare sotto di ben tre gol, ieri sera Provedel è stato graziato dal palo.

I dettami di Sarri erano chiari: la palla e la porta. Baroni ha inserito un terzo principio: l'uomo di riferimento, questo evidentemente sta complicando qualcosa. Di giocatori come Chiellini ne esistono veramente pochi. In area non sbagliava, guardava e copriva il pallone ma andava a duello con l'avversario, si faceva sentire fisicamente.

La Fiorentina era molto più impostata sulla partita. Il lavoro di Beltran ieri è stato straordinario: è un nove ma ha fatto l'esterno, poi ha segnato da vera punta. Ieri a livello fisico la squadra c'era, il nostro problema è lo stato mentale. Il nostro punto di forza principale è l'aggressività, il recupero palla alto permette ai giocatori di andare verso la porta senza essere fermati. Poi lo spazio e il tempo, che il duo Castellanos-Dia sfrutta a meraviglia: ieri sono tutti venuti meno.

Isaksen ogni volta ci fa ben sperare, poi si perde. Non dimentichiamo che ieri sera mancava anche Nuno Tavares, per noi è un fattore determinante. Dia ha l'istinto da bomber ma non abbiamo più un fantasista come Luis Alberto, le sue qualità ci mancano.

Marusic è una garanzia a livello prestativo quando viaggia in linea, sull'altra fascia c'è un fuoriclasse portoghese; da questo punto di vista siamo fortunati. Quando la catena di sinistra si accende e inizia a lavorare, le cose si mettono bene. Degli atteggiamenti di Pellegrini preferisco non parlare.

Senza Guendouzi e Rovella questa squadra non va da nessuna parte: quando manca uno dei due si sente, come ieri. Sono i due riequilibratori della Lazio di Baroni: senza loro non funzionerebbe in questo modo".