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Intervenuto sulle colonne de La Repubblica, Angelo Gregucci ha commentato la Lazio del nuovo corso di Sarri e le possibili mire stagionali dei biancocelesti riguardo il campionato. Tanti i temi toccati dall'ex difensore capitolino, a partire dall'esordio stagionale contro il Como al Sinigaglia, in programma domenica alle ore 18:30, fino alle possibili chiavi tattiche della nuova Lazio. Su dove vede i biancocelesti a fine campionato, Gregucci dichiara: "Da sesto-settimo posto finale, in linea con il valore della rosa e del marchio. Arrivasse più su, sarebbe un'impresa; più giù, una delusione. Ma la Lazio ha un vantaggio".
Quale?
"Partire a fari non spenti, spentissimi. Tutti i commentatori ci vedono all'inferno, in un girone dantesco: questo deve rappresentare una spinta per la squadra, che invece ha dei valori e lo ha dimostrato lo scorso anno. Nel precampionato c'era lo stesso disfattismo di oggi, poi per 4 mesi la Lazio è stata eccezionale in Serie A e in Europa".
È stata un'estate difficile per il blocco del mercato e Sarri ha fatto un patto con la squadra, come il suo allenatore Fascetti nel 1986, la stagione del "meno 9": funzionerà?
"Riportare Sarri alla Lazio è stata una grande mossa. Lui ha esperienza, è motivato dall'anno e mezzo di stop e soprattutto conosce benissimo la squadra e l'ambiente. Un altro vantaggio, per lui, è poter giocare solo una volta a settimana. Io penso che i biancocelesti siano in grado di disputare una buona stagione, anche perché le big non sono più imbattibili come ai tempi di Maradona e Van Basten. Certo, il blocco del mercato ha fatto male all'immagine e alla reputazione della società".
Nel suo ruolo, difensore centrale, domenica giocheranno Gila e Provstgaard. Come li vede?
"Come caratteristiche è una coppia ben assortita: lo spagnolo è veloce, il danese potente. Provstgaard sarà la grande novità della stagione laziale: la società crede nelle sue doti, lui dovrà sfruttare l'occasione".
In porta, Provedel e Mandas dovrebbero alternarsi.
"Il portiere è un ruolo delicato, meglio che si faccia una scelta: titolare e riserva. Sarri nelle amichevoli avrà avuto modo di valutare, ora deciderà".
Il tecnico punta forte su capitan Zaccagni.
"Giusto, perché è il giocatore migliore della Lazio. E adoro il suo senso di appartenenza: lui e Romagnoli considerano la maglia della Lazio una seconda pelle".
Molto si parla del dualismo Castellanos-Dia: lei come la pensa?
"Io li farei giocare insieme, anche modificando il modulo. Tra l'altro Sarri conosce bene il 4-3-1-2: si potrebbe provare, con Zaccagni trequartista, visto che l'anno scorso Taty e Dia hanno dimostrato una connessione speciale. Le critiche a Castellanos? Non è un cannoniere, ma a me piace: ha coraggio, tecnica, sa giocare per la squadra. E poi è stato convocato dalla nazionale campione del mondo, l'Argentina, non dimentichiamolo".
Nonostante la contestazione della società, abbonamenti da record. Come lo spiega?
"Anche scendere in piazza è amore. Il guaio sarebbe l'indifferenza. Il tifoso laziale è unico, nei momenti di difficoltà si lega ancora di più alla squadra. Io, che ho vissuto la stagione del "meno 9", lo so bene: è questione di amore"
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