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Matteo Guendouzi ha la ferocia e la voglia di prendersi oneri e responsabilità. Nell'amichevole contro l'Avellino di sabato scorso ha ringraziato Noslin per il rigore conquistato, si è fatto dare il pallone e si è presentato sul dischetto. Con il gol ha confermato la freddezza dagli undici metri già dimostrata l’estate scorsa ad Auronzo (quando doveva ancora essere designato Zaccagni) e anche nei quarti d’Europa League contro il Bodø/Glimt.
Il francese suona costantemente la carica senza fare distinzioni tra amichevoli e partite di cartello. Al Benito Stirpe ha ribadito il concetto quando stava per incominciare la ripresa: si stava allungando l’intervallo con l’intrattenimento dell’organizzazione allo Stirpe, l’ex Marsiglia ha raggiunto la postazione nell’altra metà campo chiedendo di affrettare i tempi per riprendere subito il gioco.
Il numero 8 incarna i messaggi ribaditi da Sarri allo spogliatoio e l’incitamento dei tifosi e mai come adesso serve una personalità del genere. Grazie al suo carattere, è l’unico a centrocampo con il posto assicurato: è il guerriero imprescindibile del Comandante per l’applicazione dei suoi dettami.
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