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Lazio, il mistero della firma d’Inzaghi continua…

redazionecittaceleste

Sembra che l'allenatore e Lotito stiano proseguendo le loro riflessioni, specie dopo il quasi addio alla Champions. La gestione del mercato non è piaciuta

Un anno intero a rincorrere una firma. Dalle frizioni, al gelo per poi tornare di nuovo vicini. Lotito e Inzaghi si lasciano e si prendono dal giorno della qualificazione in Champions della passata stagione. Solite incomprensioni poi la schiarita a capodanno. Il contratto è lì ma non c’è nessuna firma. Prima si parlava dei soldi ai collaboratori, poi di alcune garanzie tecniche. Già, peccato che il risultato sia ancora lontano. «La firma a fine stagione» ripetono da settimane i due protagonisti. La sensazione è che entrambi stiano aspettando qualcosa. Come una coppia che si trascina stanca. O c’è la scossa potente che li fa tornare vicini o tutto può precipitare. Questa attesa sta diventando estenuante. Logorante. Firmare tanto per farlo sarebbe folle soprattutto alla luce di una nuova stagione che a meno di miracoli non vedrà la Lazio in Champions ma piuttosto impegnata in una guerra mediatica con la Roma. Eh già perché non si può ignorare l’effetto che avrà Mourinho su Roma. Ecco perché serve un segnale forte anche dal presidente Lotito. E non per rispondere ai giallorossi, non è nello stile del presidente biancoceleste, ma per dare ai tifosi laziali una solida certezza: Simone. Lo Speciale One di casa Lazio.

I DIRIGENTI

Ci risiamo: il mercato è sotto accusa. Nell’anno in cui la Lazio è arrivata in Champions le scelte fatte in estate hanno finito per non rinforzare la squadra. Il solito errore urlano sui social e nelle radio i tifosi che puntano il dito anche contro il mister reo di aver avallato le scelte. Non è un caso che l’unico ad aver trovato un posto stabile è Reina. Gli altri hanno finito per essere delle comparse. In ultimo Pereira praticamente mai preso in considerazione. La panchina lo ha innervosito e contro la Fiorentina anziché dare la scossa ha rimediato due cartellini gialli in 17 minuti. Ma lui è solo l’ultimo di una lista che parte da Hoedt (il mi piace sotto il risultato di Fiorentina-Lazio ha fatto infuriare tutti) e Musacchio in difesa, passa per Escalante e Fares a centrocampo e finisce con Muriqi in attacco. Serviva una panchina più profonda e con più qualità per affrontare le tre competizioni. Questo ritornello a Formello sembra però non entrare in testa a nessuno. E non è un caso che Inzaghi ripeta in continuazione: «La Champions l’abbiamo persa nel girone d’andata». Già, proprio quando servivano i rinforzi.

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