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Lazio, Immobile: “Mi sento ancora in dovere di dare qualcosa alla Nazionale”

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Tutte le parole di Ciro Immobile in conferenza stampa dal centro sportivo di Coverciano dove la Nazionale prepara le sfide di Nations League

redazionecittaceleste

Tempo di conferenze stampa in quel di Coverciano. La Nazionale che ha iniziato a lavorare per preparare al meglio le sfide con Inghilterra (23 settembre) e Ungheria (26 settembre) sta dando ampio spazio ai giocatori che in conferenza stampa si stanno raccontando. Dopo la conferenza stampa di Giacomo Raspadori, oggi è stato il tempo di Ciro Immobile. Il capitano della Lazio ha parlato così:

"Penso sia importante mettere un freno. Dopo un po' ho capito che non potevano essere gli altri a decidere del mio ritiro. Ringrazio anche il club perché grazie a loro ho deciso che avevo ancora tanto da dare. Il Mondiale è lontano e ovviamente l'età avanza, ma se la mia condizione sarà questa so che potrò dare ancora qualcosa".

Perché avevi pensato al ritiro?

"Per la delusione dovuta alla mancata qualificazione al Mondiale e per le critiche molto forti che ho ricevuto. Sono ovviamente due cose che ti segnano. Io, però, col passare delle settimane ho capito che non potevano essere gli altri a decidere quello che sarebbe stato il mio cammino, o a decidere il ritiro al posto mio. Rimane comunque queste cose ti segnano e ti fanno pensare".

Ti sei convinto da solo o è dovuto intervenire il mister?

"Io credo Mancini non abbia mai avuto il dubbio sul mio ritiro, ne ho parlato molto con la mia famiglia e alla fine ho deciso di continuare".

Chi sono i giovani attaccanti che ti piacciono?

"Scamacca, Pellegri e Pinamonti. Raspadori ha fatto già l'Europeo con noi e lo valuto già un mezzo veterano. Gianluca ha deciso di andare in Premier, una scelta importante e difficile, bisogna dargli tempo. Devono segnare col club per poi avere fiducia anche in Nazionale".

Ti senti ancora leader di questa squadra?

"Sì e mi sento anche in dovere di dare qualcosa al gruppo sia fuori che dentro al campo. E' ciò che mi porto dietro. Sta avvenendo questo cambio generazionale con tanti giovani e il calcio italiano ha bisogno di qualcosa in più che deve partire da noi".

Ti senti il faro di questa Nazionale?

"Ringrazio il mister per le parole. Io ho fatto la gavetta e i giovani di oggi devono iniziare a fare quello, io sono partito dal Sorrento e ho fatto tutta la trafila. Oggi vista la pressione sui giovani si velocizza questo percorso e non gli si dà il tempo necessario di crescere. Dobbiamo dare ai giovani tempo e modo di potersi esprimere, probabilmente nel club è un po' più semplice ma dobbiamo avere un po' più di pazienza".

Perché in Nazionale segni meno? Ti piace l'ipotesi di giocare col 3-5-2?

"Sul modulo dico che per me non cambia nulla, qualsiasi sia la scelta del mister per me va più che bene. Sulla prima domanda, me lo chiedo quasi tutti i giorni. Forse alla Lazio ho più margine di errore e fa rosicare il fatto che ho vinto 4 classifiche marcatori e poi con la Nazionale segno meno. Me lo chiedo tutti i giorni proprio perché voglio sempre migliorare e dare il massimo, a volte voler strafare ti porta a fare grosse cavolate".

In Nazionale non c'è mai la sensazione che il tuo sia uno status di grandissimo

"Io ho sempre sentito la fiducia. Non mi hanno dato tanto fastidio le critiche, ma essere accreditato come l'attaccante per la mancata qualificazione al Mondiale e non quello della vittoria dell'Europeo mi ha fatto male. Questa diversità di vedute non mi è piaciuta, fa un po' ridere, ma si accetta anche questo e si va avanti".

Cosa dici invece del cammino della Lazio?

"Siamo in una buona posizione in classifica. E' vero che abbiamo perso qualche punto ma stiamo facendo indubbiamente un buon percorso. Il prossimo step dovrà essere di mentalità, di crescita, stiamo segnando meno ma abbiamo più punti dello scorso anno e con la difesa messa a posto. Ora dobbiamo sistemare l'Europa League dopo l'ultimo passo falso in Danimarca".

Cosa avete sbagliato dopo l'Europeo?

"Quando una squadra vince deve essere subito brava a ritrovare l'entusiasmo e oggi quello un po' manca. Probabilmente con l'arrivo di nuovi giocatori, con la conferma del mister e di tutto lo staff, bisogna ridare fiducia e morale al gruppo. Serve un po' di entusiasmo che in questo momento manca perché tra poco si giocano i Mondiali e noi non ci saremo".

Hai denunciato per le offese sui social?

"Credo si debbano denunciare gli haters, soprattutto per quanto riguarda le cattiverie gratuite. Mi sono arrivati bruttissimi messaggi sui miei figli e su questo bisogna mettere un freno. In tutto il mondo social, non solo in quello sportivo, c'è scritto di tutto. Probabilmente è difficile risalire, a volte sono profili falsi, se la UEFA si sta muovendo è giusto riportarlo anche in Italia".

Immagini la tua presenza al mondiale in America?

"Sì sì, è uno degli obiettivi che mi sono posto. Io sono sempre stato uno senza limiti, cerco sempre di andare avanti e guardare al futuro con fiducia e positività. Questo mi ha spinto a fare cose eccezionali oltre alle mie qualità tecniche. Per questo non mi spiego questi miei momenti in Nazionale, questa è stata un po' la difficoltà negli ultimi anni. Alla Lazio non potevo fare di più, purtroppo in Nazionale i numeri sono più bassi ma anche qui ho sempre dato il massimo".

Quest'anno può essere l'anno dello Scudetto per voi?

"Anche questo si lega al mio discorso. Da capitano ovviamente non posso urlare che vinceremo lo Scudetto, ma io ogni anno quando inizio il ritiro ho in me questo pensiero. Ho questa mentalità, mi piace poter raggiungere il massimo. Io credo che un giocatore e un uomo deve sempre puntare al massimo. Non dico che la Lazio vincerà sicuramente lo Scudetto, ma posso dire per certo che è una squadra in crescita".

Perché gli attaccanti in Italia fanno più fatica rispetto ai calciatori posizionati negli altri reparti?

"L'attaccante deve avere più continuità rispetto agli altri ruoli e avere continuità vuol dire fare tanti gol sempre, un attaccante può anche fare tanti gol sempre. Meglio fare 5 da 15 che una da 30, io guardo sempre ai migliori che fanno gol sempre. I giovani attaccanti devono porsi questo obiettivo, fare tanti gol sempre e nel calcio di oggi riuscire ad aiutare la squadra".

Hai pensato che si andrà a giocare a San Siro?

"Sì, purtroppo visto il precedente personale di Italia-Svezia non abbiamo un buon ricordo... Mi aspetto una gara dura contro l'Inghilterra, sarà per loro una delle ultime gare di preparazione al Mondiale, ma noi sappiamo di dover dare qualcosa alla nostra gente che è delusa per la mancata qualificazione".

Perché la Nazionale può tornare protagonista?

"La Nazionale nei momenti difficili fu un punto di unione per tutti, durante l'Europeo abbiamo visto come l'Italia si è unita... Da lì dobbiamo ripartire, gli italiani devono avere quel ricordo nelle loro menti e avere fiducia in noi. Questo è un punto di partenza importante senza dimenticare le delusione, che inevitabilmente rafforzano".

Come commenta le mancate convocazioni di Zaniolo e Zaccagni?

"Credo il mister abbia fatto delle scelte non so se collegate a quanto successo a giugno. Zaccagni l'ho visto in ritiro e mi disse del problema fisico a giugno. C'era stata un po' di polemica, ma è follia arrivare a pensare che qualcuno voglia scappare da Coverciano. Ho visto gli occhi di Provedel quando è arrivata la convocazione e mi ha ricordato me quando è arrivata la convocazione".