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Lazio-Inter, Sarri: “Certe cose succedono solo in Italia. E i cartellini…”

redazionecittaceleste

Siamo andati sotto su rigore ma eravamo in partita contro una squadra che stava facendo bene, ma anche noi avevamo le nostre situazioni. L’ho detto ai ragazzi che restando in partita così non si può perdere. Sul 2-1 c’è poco da dibattere, quando Dimarco va per terra è l’Inter ad avere il pallone e loro vanno in porta. Quindi abbiamo fatto lo stesso. Felipe non deve dispiacersi, ripeto: la situazione è stata chiara. Poi c’è un regolamento preciso, queste scene si vedono solo in Italia. In Premier nessuno protesta, tutti proseguono con un uomo a terra. Luiz Felipe? Mi ha detto che lui stava andando a salutare Correa, non era sicuramente sua intenzione litigare. Forse lì c’è stato un fraintendimento clamoroso. Felipe Anderson invece è stato aggredito ripetutamente. Io sono stato squalificato per atteggiamento intimidatorio senza alzare un dito… Dopo quelle scene mi aspettavo almeno un cartellino rosso. 

Noi in questo momento dobbiamo trovare solidità. I giocatori di intensità, dinamismo e fisicità ci fanno comodo. Trovandole mettiamo nuove fondamenta, così possiamo costruire tante cose. Per questo ho messo Basic, chiaramente poi Luis Alberto è un giocatore importante che sarà non comodo per noi ma di più. Ma la scelta di Basic era fondamentalmente per questo. Penso che la mancanza di accelerazioni forti sia una sua caratteristica, ma visti i suoi test può sicuramente viaggiare su un’intensità diversa

A un certo punto del primo tempo abbiamo sofferto l’ampiezza degli avversari. In quegli spazi i loro centrocampisti potevano gestire il pallone, accorciandoli forse gli avremmo tolto la possibilità dei cambi di campo. Il secondo tempo è stato migliore sul piano del gioco rispetto al primo. Felipe Anderson e Pedro hanno fatto bene anche stasera. Pedro ha talento ed esperienza, l’altro è fortissimo ma ha vissuto di alti e bassi. Dobbiamo tenerlo il più possibile verso l’alto evitando i suoi bassi, che forse sono unicamente mentali. È un giocatore con qualità tecniche e fisiche potenzialmente straordinarie, con pochi eguali. Sono un allenatore da campo, mi piace preparare la squadra. Il calcio di oggi è più veloce, non è come prima. Giocare ogni tre giorni non permette di migliorare i giocatori, è un lavoro che mi piace meno