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Lazio, Lotito: “Essere laziali è un modo di vivere. Sul Flaminio…”

Lotito
Le parole del presidente Lotito in ricordo di Maestrelli nel giorno del centenario. Il presidente ha anche parlato dello stadio Flaminio

redazionecittaceleste

Nel corso della cerimonia ha parlato anche il presidente Claudio Lotito che si è così espresso in merito a Tommaso Maestrelli. Il patron biancoceleste ha avuto anche modo di parlare della situazione legata allo stadio Flaminio.

"Maestrelli ha convogliato persone diverse in unico scopo. Oggi in concomitanza con questo evento la Lazio è la prima squadra che lo fa non in un canale dedicato. Spero di onorare Maestrelli con un trofeo, ne abbiamo vinti sette, manca il più importante e ci stiamo lavorando. Ci vuole un pizzico di fato, di divina provvidenza, e in un contesto di questo genere lui è stato il Maestro. Lui è un riferimento per tutti noi. Essere tifosi della Lazio vuol dire non vivere come gli altri tifosi, perché essere laziali è un modo di vivere. I laziali quando le cose vanno bene non li vedi e quando vanno male escono a difendere la loro appartenenza. Ancora oggi parliamo di una persona che ha fatto la storia di questa squadra. Se tu non crei l'empatia come fatto da lui non si va avanti. Quando presi la Lazio, andai nello spogliatoio e c'era Mimmo Caso, non sapevo cosa dirgli per stimolarli e dissi che io volevo solo dodici gladiatori. Maestrelli non voleva mai deludere i tifosi, questo è il modo di pensare dei laziali. Il presidente deve agire così, io sento il peso di fare il presidente perché rappresento i valori veri che devo tutelare e tramandare. Non serve solo pagare gli stipendi, per esempio quello di novembre io l'ho già pagato ma bisogna creare quel credo interno che coinvolge emotivamente le persone. Oggi io ho l'orgoglio di essere presidente di questo grande popolo fatto di passioni e sacrifici. Questa gente oggi ci consente di stare qui perché ha partecipato alla salvezza di questa Lazio".

Il Flaminio

"Per quanto riguarda il Flaminio, averlo come nostra casa sarebbe una cosa importantissima perché evoca la nostra storia, quindi è fondamentale. Dobbiamo coniugare anche gli aspetti pratici, quindi bisogna vedere cosa si può realmente realizzare. Pensare di andare allo Stadio e portarsi l'ombrello se piove è complicato nel 2023, o con 13 mila spettatori è complicato. Io sto lavorando per vedere cosa possiamo fare realmente, per poter trovare la soluzione giusta. Deve essere una soluzione che contempla sia l'aspetto pratico con l'esigenza romantica. Noi stiamo programmando la cosa del futuro. Dobbiamo avere una struttura che sia il fiore all'occhiello del nostro popolo e già lo sto facendo con il centro sportivo. Lo stesso Infantino ne è rimasto sorpreso. Il problema è realizzare ciò che abbiamo in testa". 

In merito allo stadio Flaminio ha parlato anche l'assessore Alessandro Onorato che ha così replicato:

"Senza distogliere l’attenzione da una ricorrenza fondamentale, l’abbiamo detto pubblicamente: il Flaminio non può rimanere nelle condizioni in cui è. È una vergogna per la città, a maggior ragione per chi ha la nostra fede. Il Flaminio piò essere la casa della Lazio, dico solo una cosa: quello è uno stadio dei cittadini romani. Se si vuole mettere in campo un procedimento ci sono delle criticità, queste devono essere affrontate attraverso un tavolo. O lo si apre a strettissimo giro, oppure nell’interesse pubblico è evidente che noi con il Flaminio dobbiamo fare qualcosa. Non è una sfida, ma un impegno verso la città".