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Mancano ventisette giorni al 30 settembre, data entro la quale la Lazio dovrà cercare di presentarsi con l’indice del costo del lavoro allargato riassestato. Quest'ultimo, infatti, rappresenta l'unico parametro utile per descrivere la situazione economica delle squadre italiane di Serie A all'interno di una stagione, e che risiede nel rapporto tra costi (quali stipendi dei tesserati, ammortamenti e commissioni degli agenti) e ricavi, che nel 2025-26 non deve oltrepassare la soglia dello 0,8. In altre parole, si tratta di quell'indice che di fatto ha bloccato il mercato estivo della Lazio.
Tra le soluzioni con cui poter risolvere questa situazione vi potrebbe essere una ricapitalizzazione, ipotesi però considerata per poco tempo. La Lazio, dal canto suo, ha tentato di rientrare dalla cifra problematica e risolvere la questione attraverso le cessioni. Tuttavia, proprio il mercato in uscita ha fatto registrare poche novità in casa Lazio, con il club capitolino che nel corso di questa estate ha venduto solo Casale, Tchaouna e Ruggeri.
Da questo punto di vista, l'unica opzione possibile per evitare di tornare alle operazioni a saldo zero nel mercato invernale (secondo la logica di una cessione, seguita da un acquisto) e allontanare il timore di un nuovo blocco per giugno è rappresentata dallo sponsor, in particolare una tech company. In tal senso, il presidente biancoceleste Claudio Lotito da Cortina (ieri presente nell'assemblea di Lega) è al lavoro per ricavare un consistente anticipo da destinare allo sblocco del mercato e delle trattative di gennaio. Non una missione facile, ma il patron biancoceleste rimane comunque fiducioso.
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