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Lazio, Lotito “Io sono un gestore: mi definisco presidente-tifoso”

Lotito
Le dichiarazioni del presidente della Lazio Claudio Lotito, ospite all'università Luiss di Roma, per l'evento "I bilanci di una società"
Stefania Palminteri Redattore 

Il presidente della Lazio Claudio Lotito, dopo ore abbastanza movimentate, è ospite all'università Luiss di Roma. Nella sede di Giurisprudenza, il patron biancoceleste terrà un intervento parlando de "I bilanci di una società", l'evento promosso anche insieme a Guglielmo Stendardo. Di seguito, le sue parole.

Prima un commento sulla Champions League: "La Lazio ha 200 milioni di introiti, il Bayern Monaco il quadruplo, cioè 800. All’andata abbiamo giocato bene, potevamo anche fare tre gol. Al ritorno, poi, ce ne hanno fatti tre. Ma tutto questo grande divario non c'era". E su Berlusconi: "Era un amico fraterno, è stato lui a indirizzarmi sulla Lazio. Nessuno ci credeva, ma i fatti hanno poi dimostrato che era salvabile. Sono contento di poter rivendicare la data del 1900. Altre squadre come Fiorentina e Napoli sono fallite".

Poi, sulla gestione del club: "La Lazio ha vinto trofei contro Juventus e Inter. E' Davide contro Golia, ma vinciamo perché siamo bravi, determinati e questo fa la differenza. La storia è tanta da scrivere, stiamo costruendo il nostro futuro, che sarà il patrimonio della società. Abbiamo fatto delle migliorie per la Lazio Women, ora partiremo con l'Academy. I principi fondamentali, per me, sono due. Il primo è essere un presidente tifoso. Io sono un gestore, coltivo i sentimenti dei tifosi, con l'obbligo di preservare e tramandare. Per salvare la Lazio mi sono fatto carico di una situazione drammatica. Sono poche le proprietà italiane rimaste: proviamo a portare avanti il prodotto italiano con orgoglio. Per esempio, anche su Alitalia avevo fatto un discorso simile, pensavo fosse sanabile".

E ancora: "Milinkovic? Avevo promesso a Inzaghi di tenerlo, altrimenti lo avrei venduto a 140 milioni invece che a 40". Infine, una frecciatina alla Roma: "Ci sono squadre con 550 milioni di euro di debito, tecnicamente fallite. Non faccio nomi perché è meglio se non parlo".

Un retroscena su Tare: "Qualcuno l'ho "inventato" anche io. Il primo è stato Tare, lo presi dal Bologna di Gazzone. Prendeva 500mila euro e io gli dissi che non gli rinnovavo il contratto perché lo volevo come direttore sportivo. Accetto nonostante la titubanza. Mi chiamò poi Delio Rossi, pensava mi fossi sbagliato ad averlo scelto. Gli risposi che dopo un anno mi avrebbe ringraziato. Delio Rossi? Difesi anche lui. Voleva andare via dopo una sconfitta contro il Siena, non sentiva più la squadra in mano. Alla fine dell’anno abbiamo vinto la Coppa Italia".

Tanti i retroscena raccontati da Lotito. Uno, in particolare, riguardante anche Seric, comprato durante l'estate del 2004 e oggi procuratore proprio di Tudor: "Quando prendi un giocatore a parametro zero, poi con i procuratori ti costa sempre qualcosa. È una scelta che devi fare rispetto alle caratteristiche della società. Quando ho preso la Lazio ho comprato nove giocatori. Sabatini faceva il mercato all’Hilton, mi disse: ‘A preside,qua ci ammazzano se non portiamo qualcuno’. Io gli dissi di stare tranquillo e facemmo tutti quei prestiti. Avevo comprato Rocchi, i fratelli Filippini. Oggi ho visto anche Seric, comprato proprio quell'estate".

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