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Lazio, Marchegiani: “Scudetto? Il più romanzesco di sempre. Fu un risarcimento per…”

Marchegiani
Intervenuto ai microfoni ufficiali del club, l'ex portiere biancoceleste ha raccontato alcuni aneddoti sulla squadra che vinse lo Scudetto
Edoardo Pettinelli Redattore 

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Intervenuto ai microfoni ufficiali del club in occasione della festa per i 25 anni del secondo storico Scudetto, l'ex portiere biancoceleste Luca Marchegiani, ha raccontato alcuni aneddoti sulla Lazio che fece quella straordinaria impresa.

"Lo Scudetto del 2000? Sicuramente è stato il più inatteso e il più romanzesco perché vedere una squadra che negli spogliatoio aspetta il secondo tempo dell'altra partita per vedere come finisce penso sia irripetibile. Io dico sempre che abbiamo ricevuto un risarcimento per quello che avevamo perso l'anno precedente perché le situazioni erano abbastanza simili. Per me lo meritavamo in entrambe le stagioni per quella che era stata la regolarità della squadra, il valore, il talento, il cammino che avevamo fatto. Non vincere sarebbe stata una beffa per questo lo considero un premio anche a quanto fatto l'anno prima. La fase difensiva di quella Lazio? Noi eravamo una squadra forte, con il tempo poi magari ci sono delle caratteristiche della squadra che rimangono più di altre ma quella era una squadra completa, con giocatori di alto livello in tutti i ruoli, con una panchina fortissima.

Basti pensare che Simeone, decisivo nella parte finale della stagione, all'inizio è+ partito quasi come terzo mediano. Questo per dire che livello di rosa avevamo, il calcio italiano in quegli anni era pieno di grandi giocatori e quella Lazio in particolare. Più forte la Lazio 1999/00 o quella 1998/99? Erano due squadre forti, quella prima ha costruito lo Scudetto sfiorato sul grande girone di ritorno che ha fatto Bobo (Vieri, ndr), rientrato il 6 gennaio e che ci ha trascinati a sfiorare lo Scudetto. È andato via lui ma è arrivato Veron, è tornato Boksic, sono arrivati giocatori di grande livello: era una squadra così, se cedevano qualcuno durante il mercato lo rimpiazzava in maniera se non migliore almeno dello stesso livello. Fare confronti è difficile, secondo me quella dell'anno dello Scudetto è stata la Lazio migliore. Un vice come Ballotta? Io non avevo bisogno di maturare perché già ero abbastanza in la con gli anni.

Marco mi ha aiutato tanto nell'allenamento per tenere sempre alto il livello. Mi ha aiutato nella gestione della situazione, è stato un amico prima che un collega. Ha aiutato la squadra perché quando c'è stato bisogno di lui è stato eccezionale, non è un caso che la partita più importante di quella stagione, contro la Juve, l'ha giocata lui. Paragonare quella Lazio a qualche squadra di oggi? Secondo me oggi è un altro calcio, è difficile fare confronti proprio come caratteristiche di squadra. Quella era piena di talento, oggi per me non c'è in Italia una squadra che può essere paragonata a quella: oggi il calcio è più tattico, più organizzato, dove ci sono meno giocatori rispetto a quegli anni là. Questo anche perché ci sono altri campionati che vengono e si li accaparrano.

Io lo Scudetto del 2000 ero convinto fosse l'apertura di un ciclo, ero convinto anche perché alla fine di quell'anno la Lazio prese Peruzzi e io decisi di rimanere perché ero convinto che avremo continuato a vincere. Purtroppo non fu così, però quella è un'altra storia: subentrarono altre situazioni e difficoltà. Va anche detto che in quegli anni i giocatori forti non li avevamo solo noi, era difficile vincere più stagioni consecutivamente. Adesso è più semplice nel momento in cui hai un gruppo di giocatori forti e riesci a mantenerli, così è più facile avere continuità. All'epoca ogni anno vinceva una suqadra diversa. Il mio incubo in allenamento? Non mi segnava sempre però Simone Inzaghi lo soffrivo, mi giocava dietro il palo perché non c'era il fuorigioco (ride, ndr)".

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