Continua a esprimere il suo cordoglio il mondo del calcio, colpito e ora in lutto dopo la scomparsa di Sven-Goran Eriksson. Tra i tanti che lo hanno ricordato anche Dario Marcolin, che con la Lazio di Eriksson ha scritto pagine indelebili di storia.
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Marcolin su Eriksson: “Un po’ allenatore un po’ papà. Cambiò mentalità alla Lazio”
"Eriksson era un po' allenatore un po' papà. Lo paragonerei ad Ancelotti, per l'empatia che sapeva creare con tutta la rosa. Con Mancini erano più di tutti come un padre. Erano due, ma erano uno. Quando sono arrivati dalla Sampdoria alla Lazio hanno cambiato mentalità: da una squadra che ci provava, siamo diventati una squadra che riusciva.
Prima andavi a Torino e avevi timore, con loro andavi per vincere. Anche chi non giocava non riusciva a essere arrabbiato con lui. Aveva un'educazione sopra la media: riserve e titolari, trattava tutti allo stesso modo. Era come uno del gruppo, non era distaccati. Calcisticamente lasciava spazio alla fantasia, pretendeva delle cose in fase difensiva, ma in attacco lasciava molta libertà.
Io e Sven giocavamo anche a tennis insieme. Era molto solido, ma non qualitativo come me. Contro di me perdeva sempre".
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