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Tante, troppe, le lacune mostrate dalla Lazio in queste prime 4 giornate di campionato. La difficoltà di Zaccagni e compagni ad andare al tiro, e di conseguenza a trovare il gol, è forte la criticità maggiore riscontrata fin qui. C'è, tuttavia, un paradosso: rispetto alla passata stagione, la squadra di Sarri tira di meno e arriva con una frequenza minore all'interno dell'area avversaria. Nello specifico, la media tiri è passata da 14 a 12.5 a partita, i tocchi in area sono crollati da 25.7 a 20. Ciò che colpisce è che l’indice degli expected goals è rimasto identico (1.5 a gara). Dimostrazione, questa, che le occasioni più nitide vengono sì prodotte, ma senza che la squadra riesca a concretizzare.
Un paradosso, appunto, che sottolinea quanto sia mancata fino a questo momento la scintilla giusta, capace di trasformare il lavoro in gol e che si è vista solamente nel match con il Verona all'Olimpico alla seconda giornata, quando sono andati a segno Guendouzi, Zaccagni, Castellanos e Dia. L’idea che il problema sia anche mentale è stata ribadita anche dallo stesso tecnico. La Lazio appare troppo concentrata a rispettare i meccanismi, ancora poco naturale nel rendere automatici gli schemi. E il risultato si vede.
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