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Lazio-Milan, conferenza Sarri: “Il lavoro paga ma serve equilibrio da tutti”

Sarri
Le parole del tecnico biancoceleste al termine della partita odierna contro i rossoneri direttamente dalla sala stampa dello stadio Olimpico

redazionecittaceleste

Al termine del netto successo di oggi della Lazio sul Milan, è intervenuto in conferenza stampa il tecnico della squadra biancocelesteMaurizio Sarri. Queste le sue parole.

Che risposta è quella di stasera della squadra?

È una conseguenza della disponibilità che i giocatori hanno nel mettersi a disposizione del collettivo. Alla fine vengono ripagati, quando il collettivo funziona arrivano grandi prestazioni individuali. L’appello lo faccio anche a voi: se vogliamo continuità serve equilibrio. Questa città è difficile, l’equilibrio lo posso mantenere io che non leggo nulla e non mi importa di nessuno. Per i giocatori è più difficile, tra cinque giorni c’è una gara complessa e la prestazione di oggi non ci garantisce di partire in vantaggio. Bisogna mantenere la prestazione di oggi anche nelle prossime gare, è quello che ci manca per avere continuità. Abbiamo fatto quest’anno molti punti negli scontri diretti, ma poi abbiamo lasciato punti stupidi. Dovremmo limare questo aspetto che abbiamo già limato rispetto allo scorso anno. Ma per diventare una squadra vera fa tatto ulteriormente”.

La squadra ha trovato costanza nell’approccio alla gara. Cosa le ha dato più gusto di questa gara? L’hanno fatta emozionare i tifosi della Lazio che hanno intanto un coro per lei?

Gusto le uscite da dietro preparate in questi giorni con l’utilizzo dei centrocampisti, palla dentro e palla fuori. Ma non mi limiterei all’allenatore, sono cose che danno gusto anche ai calciatori. Il pubblico non posso che ringraziarlo e lo faccio anche per Reggio Emilia dove abbiamo giocato in casa. Ci hanno portato ai tre punti”.

Numericamente quante squadre oggi sono più forti della Lazio?

Ho ribadito un concetto che avevo espresso per far capire che era un’opinione personale. Ci sono squadre che hanno una grandissima varietà di giocatori offensivi e spesso è fondamentale per cambiare partite in corso. È difficile farlo con i difensori, forse con alcuni centrocampisti. Ma ci sono squadre che quando fanno i cambi nel reparto avanzato mettono giocatori di alto livello. Ma noi proviamo a fare il nostro meglio, dobbiamo prima di tutto pensare ai nostri difetti. Non si possono regalare punti come abbiamo fatto noi in certe situazioni, è un aspetto da cancellare o quanto meno da assottigliare. Ma dobbiamo avere nella testa solo di tirare fuori il meglio possibile, poi alla fine faremo i conti per capire quant’è”.

Perché invece di un terzino o un attaccante non ti fai regalare un mental coach?

Perché ritengo che l’80% siano fasulli. Se devo prendere qualcun prendo uno psicologo dello sport, se no che ca**o ci sto a fare? I cali non capitano solo a noi, una squadra non può sparare 38 partite al 100% di adrenalina. A noi manca la capacità di ottimizzare una partita giocata al 90% delle nostre possibilità. Se dentro una gara sbagliamo un quarto d’ora noi rischiamo di perderla. È quella la nostra problematica. Sulla continuità di risultati sono d’accordo, sulla continuità di stare partite come quella di oggi in sequenza la vedo difficile”.

Mi pare che le sue squadre quando imbroccano le partite giocano bene e vincono. Lei mette d’accordo le correnti tra chi guarda al gioco e chi al risultato?

Io questa discussione non riesco sinceramente nemmeno a capirla. Che vuol dire risultatista? Chi gioca male è difficile che alla lunga vinca. Se una squadra fa risultato in continuazione non è risultatista, ma ha caratteristiche definite che non fanno lasciare l’occhio pieno ma che rendono difficile giocarci contro. A me piacere avere una squadra padrona del gioco che si senta in sicurezza. Tutti pensano che giochiamo con schemi fissi, ma quando facciamo la fase offensiva in allenamento a 30 metri dalla porta si finisce perché poi tocca ai singoli. Spesso lo facciamo anche nelle zone basse di campo. Penso che dobbiamo lavorare per idee e lasciare ai giocatori la sensazione di essere lucidi nella partita”.

Cosa ha fatto da Lecce a oggi?

Io poco, ho visto molto da parte dei giocatori. In questi 15 giorni ho visto una disponibilità di mettersi al servizio impressionante, l’ho vista raramente da quando faccio questo mestiere, e lo faccio da oltre 30 anni. Spero che prosegua, perché come dico sempre a loro il gruppo alla fine ripaga anche a livello individuale”.

Quanto conta avere un blocco di così tanti calciatori italiani?

Non conta nell’applicazione del mio calcio, al Napoli e al Chelsea c’erano pochi italiani. Ma penso sia importante un nocciolo duro per creare proprio un gruppo. All’estero hanno una visione del calcio diversa dalla nostra, chi arriva qui fa fatica a capire il calcio. E quindi hanno un impatto con la nostra mentalità calcistica per cui ci vogliono mesi. Avere un nucleo di italiani che fa gruppo e che fa capire il nostro calcio subito penso sia importante. La Juventus per esempio ne ha beneficiato tantissimo”.

È più bravo Sarri a individuare in calciatori come Mertens e Anderson possibilità di fare ruoli mai fatti o sono più bravi i calciatori che si reinventano?

Uno scarso lo reinventi difficilmente. Io nella necessità sono stato fortunato perché sono sempre state scelte che derivavano da scelte emergenziali. Quando c’è un bisogno uno si ingegna, ma se un giocatore è scarso lo rimane anche spostandolo di 20 metri. Sono calciatori forti e sono stati bravi ad adattarsi in un altro ruolo. Io ho un 5% per incoscienza, loro il 95% per merito”.