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Milosevic: “Milinkovic uomo chiave. Capisco le richieste alte della Lazio”

Savo Milosevic
Savo Milosevic ai microfoni di TMW ha esaltato gioco e qualità di Milinkovic-Savic sottolineando il ruolo che avrà nel prossimo Mondiale

redazionecittaceleste

L'avvicinarsi della finestra di mercato è un copione già visto: più passano i giorni più Milinkovic-Savic finisce al centro dell'attenzione. Comportamenti comprensibili, conoscendo e vedendo ogni giornata il talento puro di un calciatore dal valore assoluto. Il suo nome finisce sempre sulla bocca di molti ma il dato di fatto è che orgogliosamente Milinkovic veste ancora l'aquila sul cuore. Sono molti gli estimatori del Sergente biancoceleste, tra questi di certo anche Savo Milosevic. Attaccante del Parma dal 2000 al 2002 ha iniziato da poco il suo percorso da allenatore. Intervenuto a TMWha esaltato il talento di Milinkovic e non ha dubbi sull'apporto che darà alla Nazionale in ottica Mondiale.

Milosevic

"Conosco Sergej da quando aveva 17 anni e sì, merita un livello più alto. La Lazio ha chiesto tanto e posso capirlo, ma credo che il Qatar possa davvero essere una vetrina per convincere le big a non indugiare più. Noi ci aspettiamo tanto da lui, è indubbiamente nel suo migliore momento e ha la giusta esperienza per trascinarci e per essere uno dei migliori giocatori del Mondiale. È un elemento importantissimo, se lui va bene anche la squadra va bene. Credo che Tadic e Milinkovic sono gli elementi chiave. Il gruppo è tosto, ma noi siamo una squadra che negli ultimi 2-3 anni sta giocando un gran calcio. Ora si vede che siamo una squadra. Dragan Stojkovic ha motivato bene i giocatori e sicuramente in questa unità di squadra c’è il suo lavoro.

Credo che questa sia la Serbia più forte, adesso abbiamo giocatori protagonisti nelle loro squadre. Prima qualcuno in grandi tornei e in grandi squadre c’era ma non da protagonista, tipo Ivanovic al Chelsea.Ora ci sono Milinkovic, Vlahovic, Tadic e tanti altri: tutti molto importanti nelle loro squadre. Stojkovic è un allenatore che ama un calcio propositivo forse anche troppo. È capitato di vedere partite dove la squadra attaccava con 6-7 giocatori, anche 8 a volte. Il mister non ha paura e va avanti con questo stile diretto e offensivo. I risultati parlano per lui e devo dire che la squadra ha anche qualità dietro. Certo, credo che ora che siamo nella fase finale del Mondiale potrebbe servire un po’ più di prudenza".