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Lazio, Minala: “Roma è casa mia. Ringrazierò sempre i biancocelesti”

Joseph Minala
Le dichiarazioni dell'ex giocatore biancoceleste Joseph Minala sul suo trascorso alla Lazio e sullo scudetto vinto con la squadra Primavera
redazionecittaceleste

Un passato alla Lazio, tra Primavera e prima squadra. Joseph Minala si racconta alla Gazzetta dello Sport, tra aneddoti e personali e ricordi su Simone Inzaghi, allenatore che lo ha lanciato definitivamente nel mondo del calcio.

Queste le parole dell'ex centrocampista biancoceleste: “Roma è casa mia, la nostalgia c’è sempre. Arrivai nel 2012 per un provino mai fatto, eravamo la Primavera più forte di sempre. Le prese in giro sull'età mi hanno penalizzato parecchio, anche se ho sempre dimostrato di poter giocare a buoni livelli. Sono nato in Camerun nel 1996, ho 26 anni, ma a molti non importa. Roma mi ha cambiato la vita. Ero a Napoli, ma appena ho capito che la Lazio mi avrebbe fatto un provino sono partito. Il primo allenamento lo feci a Rivisondoli, in Abruzzo, con Alberto Bollini allenatore. Avevano appena vinto il campionato, poi con Inzaghi conquistammo la Coppa Italia dopo trentacinque anni dall’ultima volta. Eravamo imbattibili con entrambi gli allenatori.

Simone era già innovativo, adrenalinico, sul pezzo, dispensava consigli e voleva impressionare. Quando si arrabbiava si strappava la giacca e tirava calci alle porte, ma sapeva quali corde toccare. Ricordo un derby in cui venni espulso insieme a Lombardi. Il giorno dopo, a Formello, me ne disse di tutti i colori. A lui sono rimasto legato: a gennaio 2014 stavo per andare in prestito, ma mi convinse a restare. ‘Con me giocherai titolare’, disse. Ricordo la cena a Formello con la squadra e le parole dei compagni per Mirko Fersini, scomparso due anni prima in un incidente in motorino. Non l’ho conosciuto, ma appena arrivato mi parlarono subito di lui. Inzaghi, così come la squadra, non l’hanno mai dimenticato. Abbiamo giocato anche per lui.

I prestiti? Un po’ ci sono rimasto male. Ho dimostrato di poter giocare in Serie A, non mi aspettavo di essere sballottato sempre altrove. A Inzaghi una volta l’ho detto, ogni tanto mi ci sento ancora. Avrei meritato un'occasione, ha giocato chiunque tranne me. Non l'ho mai capito. Di certo gli sfottò legati all'età non hanno aiutato. Ho sofferto, non lo nascondo, ma è andata così. Spero di tornare a giocare in Italia. Onana? Quando è arrivato in Italia mi ha chiesto qualcosa su Inzaghi e gliene ho parlato bene".