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Nel pre-partita del match contro il Lecce, la ministra Eugenia Maria Roccella è intervenuta ai microfoni ufficiali del club per parlare della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Di seguito le sue dichiarazioni:
"È una bella iniziativa e vi ringrazio, ringrazio la Lazio perché ognuno di noi, tra l’altro, è figlio di una donna e quindi la prima dedica che sicuramente viene da fare è quella alla mamma, alla madre. In genere, tra l’altro, gli sportivi spesso quando vincono ringraziano la mamma, ricordano la mamma. E poi c'è in ognuno, nella vita di ciascuno di noi, un compagno, una compagna, un affetto caro; quindi, è importante appunto ricordare questi affetti e dedicare anche questa partita alle donne. Vorrei sottolineare che sia un'iniziativa sulle relazioni: sulle relazioni affettive, sulle relazioni che fanno la nostra vita.
La famiglia non deve essere criminalizzata, perché semplicemente queste cose avvengono appunto nelle relazioni strette, nelle relazioni uomo-donna, e quindi la famiglia è il luogo principale in cui queste relazioni si realizzano. Però il problema da focalizzare è un altro, cioè che c'è una nuova libertà femminile, perché io ricordo che alcune leggi sono state abrogate o cambiate da veramente pochi decenni, da 50 anni, non di più. Le attenuanti per il delitto d'onore sono state, appunto, eliminate 50 anni fa. Forse tanti non lo sanno, ma la differenza tra l'adulterio femminile e quello maschile è che quello femminile era punito con due anni di reclusione, quello maschile niente, per dire. Ma poi tutte le altre differenze che ben conosciamo, sono state appunto eliminate relativamente da poco, e quindi è anche chiaro che una parte del mondo maschile faccia ancora fatica a accettare questa libertà delle donne, questa nuova libertà delle donne, la libertà di dire di “no”, per esempio, la libertà di andarsene, di cambiare vita, di avere una nuova vita. E io credo che tutto questo si affianchi agli strumenti che abbiamo già messo in campo: quelli legislativi.
Mi riferisco alla legge sul femminicidio, che sarà approvata il 25 novembre e spero all’unanimità; alla legge sul consenso, anche quella prevista per il 25 novembre nell’altra Camera; e alla legge che completa il Codice Rosso, che abbiamo approvato quasi all’inizio del nostro mandato. Ecco, tutte queste sono iniziative legislative che offrono strumenti, ma il punto fondamentale è che le donne devono prima di tutto non sentirsi sole: nella denuncia, nella possibilità di uscire dal ciclo della violenza e sapere riconoscere in sé la propria forza. Le donne sono forti, non sono solo vittime, sono capaci di tantissime cose. Ecco, noi dobbiamo accompagnarle, dobbiamo dare strumenti e dobbiamo fargli sapere che l'intera comunità è con loro e quindi grazie proprio anche ancora per questa iniziativa perché anche lo sport è fondamentale che si muova.
L'uomo deve essere un compagno, noi dobbiamo sapere di essere compagni di strada e quindi non avversari, e anzi dobbiamo lottare insieme. Io devo dire che lo sport è fondamentale per trasmettere messaggi, trasmettere messaggi proprio di condivisione, anche di accettare le sconfitte, perché il discorso sulla donna che ti lascia e tu non lo accetti è proprio una cosa dello stesso tipo, molto simile alle sconfitte anche sportive. Oggi, quello che è fondamentale è farlo insieme, lottare insieme. Abbiamo appena concluso stamattina una meravigliosa maratona, anzi corsa, una manifestazione popolare in cui eravamo insieme uomini e donne. Una corsa in cui “corri libera”, era lo slogan. Per riaffermare proprio questo, che serve energia, che vogliamo trasmettere energia, non vittimismo, non soltanto il senso fatale di un femminicidio che non si può evitare. Si può evitare, ci sono tanti strumenti e dobbiamo fare una lotta tutti insieme".
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