Altro giro, altro pesante inciampo per la Lazio. Contro il Monza i biancocelesti non vanno oltre l'1-1: il vantaggio su rigore di Immobile non basta a una squadra che è apparsa troppo spesso senza idee e in difficoltà in fase di finalizzazione con l'ultimo passaggio e dentro l'area di rigore avversaria. Al termine della gara, intanto, per analizzare il match è intervenuto in sala stampa il tecnico dei biancocelesti Maurizio Sarri. Queste le sue parole.
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Lazio-Monza, Sarri in conferenza: “Dobbiamo ritrovare le certezze, non vedo…”
Rispetto allo scorso anno negli ultimi 30 metri non riuscite in quella fase in cui il suo gioco va un po’ anche sull’improvvisazione. È questo il problema principale di questo avvio?
“Il problema è stato duplice, perché abbiamo perso anche la solidità difensiva che avevamo, anche se qualcosa di meglio lo stiamo facendo. Stiamo creando poco in relazione alla mole di gioco che facciamo, quando guardo le nostre gare ho la sensazione che abbiamo smesso di attaccare gli spazi e la porta. Stiamo parlando per cercare di risolvere la situazione, ma il problema è stato duplice in questo avvio. Non mi è piaciuto neanche l’aspetto mentale, tra l’1-0 e l’1-1 abbiamo dato le chiavi della gara agli avversari, poi si prende gol e si ricomincia. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio, ma dobbiamo fare senza dubbio di più”.
Questa Lazio sembra aver fatto due passi indietro. Sembra sia tornata alla prima stagione.
“Per i nuovi è sicuramente così, per chi è qui da più tempo è difficile capirlo. Stiamo parlando, a livello di applicazione i ragazzi ci sono anche perché altrimenti non si gioca discretamente per 70 metri. È qualcosa di diverso che ci sta frenando, è anche difficile capire perché visto che quando guardiamo i filmati i ragazzi se ne rendono conto da soli. Ciro oggi ci ha dato più profondità, ma la situazione visiva è questa”.
Ci confermi che tutti stiano remando nella stessa direzione?
“Posso essere sincero? Mi sembra una domanda del ca**o: anche fosse vero nessuno te lo direbbe. Ma onestamente questa sensazione non ce l’ho”.
È preoccupato?
“Il livello di preoccupazione ci può essere ma servono consapevolezze. Quando entri in un momento negativo risalire è possibile, ma bisogna avere consapevolezza. Se noi andiamo in panico o ansia ogni volta che si pareggia si fa più fatica. Serve la consapevolezza che si può risalire, ma che ci vorranno mesi ammesso che ci si riesca. Farsi prendere da queste ansie e fare drammi a ogni pareggio mi sembra sia la peggiore strada che si possa prendere per risalire. Poi è chiaro che accanto a questo bisogna sapere che dobbiamo ritrovare la fase difensiva, per noi era fondamentale per passare indenni i 20 minuti di difficoltà. Poi dobbiamo ritrovare la cattiveria sotto porta, che permetteva di finalizzare i 20 minuti di dominio. Non sono preoccupato, ma attento a cercare i motivi per cui ci siamo persi”.
In questo inizio ci sono state parti di gara fatte bene. Questa squadra sembra più sollecitata contro squadre di livello.
“Secondo me siamo meno ordinati rispetto ai migliori periodi dello scorso anno, l’ordine ci garantiva di più in fase difensiva. Dobbiamo ritrovarlo, senza grande ordine per il nostro modo di giocare facciamo fatica. Oggi non abbiamo avuto la forza di alzare la linea difensiva a metà campo, questo genera difficoltà sui quinti per i difensori esterni, che erano sempre in difficoltà. Le avversarie? Può contare l’aspetto mentale e il coinvolgimento della gara come un discorso tattico, in cui si affrontano avversari che provano a fare la gara e ti concedono qualche spazio. Anche se la squadra che abbiamo affrontato oggi cerca di fare la partita”.
Come si esce da questa situazione?
“Il problema tattico nei nuovi ancora esiste, si è visto nel primo tempo: ci sono giocatori non ancora coinvolti nel nostro modo di giocare e difendere. Per i vecchi invece è difficile comprendere questa involuzione, a meno che la squadra lo scorso anno non abbia dato il 105% e ora non ha più nulla da dare”.
Le cose di solito riescono quando c’è entusiasmo. Lei lo vede in allenamento?
“Quando non vengono le vittorie l’entusiasmo cala a ogni squadra del mondo, ma in allenamento non vedo una squadra spenta. Mi rimane difficile spiegare certe cose. Martedì non ho visto una squadra morta, oggi nel secondo tempo nemmeno. Ho visto non troppa qualità, ma non morta”.
La sua sensazione è che si tratti di qualcosa di momentaneo?
“Milinkovic attaccava l’area più che gli spazi, spero si tratti di qualcosa di momentanea. Ricordo tante ricezioni dentro degli esterni nelle nostre migliori partite, cose che la scorsa stagione avevamo acquisito e ora abbiamo perso, ma penso e spero sia momentanea”.
Dopo il gol di Immobile la Lazio è stata passiva. La squadra ora non riesce ad alzare il pressing o preferisce aspettare?
“Eravamo passivi, dura pressare così. Poi c’era un discorso di distanze: se parli coi difensori dicono che si abbassano per la palla scoperta, gli attaccanti ti dicono che non pressano perché la squadra è lunga. Ho visto la passività di una squadra che ha pensato di esserne venuta a capo con il gol”.
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