news

Lazio News / Testa a testa contro Tudor, Lotito senza freni: rassegna stampa

Tudor
Le principali notizie della mattinata di oggi martedì 6 maggio 2025 riguardanti l'ambiente Lazio, tutte a portata di mano su Cittaceleste
Stefania Palminteri Redattore 

La redazione di Cittaceleste.it vi augura il buongiorno in questo martedì 6 maggio 2025 e vi dà il buongiorno nella consueta rassegna stampa mattutina. -. Senza perdere altro tempo, allora, andiamo a vedere quali sono le notizie principali della mattinata in casa Lazio.

Testa a testa contro Tudor

—  

Settantanove giorni da allenatore della Lazio, la risalita fino alla conquista dell’Europa League, strappata con il settimo posto, acciuffato con 61 punti. Nove partite, cinque vinte, tre pari, un ko, ma è quello di un derby quasi regalato con scelte azzardate (Kamada e Isaksen trequartisti nel 3-4-2-1).

Tudor alla Lazio è passato sulla squadra come l'effetto di un ciclone di inconsuete proporzioni, anche con la sponda della società, già in rotta con Immobile e Luis Alberto, accompagnati alla porta. Ma ai loro addii il tecnico avrebbe aggiunto anche quelli di Guendouzi, Isaksen, Rovella, Cataldi e Lazzari.

Voleva un centrale difensivo in più perché Romagnoli faticava nel suo modo di giocare. E Zaccagni era finito quarto centrocampista, lontano dalla porta, costretto a fare il terzino-bis. Guendouzi è il primo a cercare la rivincita, erano entrati in collisione a Marsiglia, si sono scontrati subito a Formello.

Alla prima contro la Juve all’Olimpico, il francese si ritrovò in panchina. Fu lui poi a scodellare l'assist per il gol vittoria di Marusic, festeggiò urlando in faccia a Igor. Isaksen é andato in crisi pur avendo giocato un derby da titolare: “Mi ha detto che non ero adatto alla Lazio, voleva che andassi via” uno degli sfoghi più assordanti del danese, rinato con Baroni.

Rovella, per Tudor, doveva “mettere su chili”. Preferiva Vecino, un centrocampista così strut-turato. E Kamada da regista. In lista di sbarco c'erano anche Cataldi (oggi alla Fiorentina) e Lazzari. Tutte mosse che avevano reso ancora più bollente lo spogliatoio, Lotito e Fabiani, spiazzati, già erano costretti a sostituire Immobile, Luis Alberto e Felipe (aveva comunicato l'addio), in più avrebbero rischiato di svendere pezzi da novanta del mercato precedente. Ora il destino vuole Tudor di nuovo sul cammino della Lazio, per giocarsi la Champions League.

Lotito senza freni

—  

In un intervento accorato, Lotito ha ribadito la sua contrarietà alle seconde squadre, “che non si sa a cosa servono, mica come le seconde proprietà che invece sono state vietate pure se salvaguardavano la ricchezza dei territori” e ha rivendicato che “nessuno meglio di me sa cosa serve al calcio e allo sport per progredire”.

Non è mancata neppure una bordata a Gravina, che evidentemente non smette di considerare un avversario; “Sono dovuto uscire dalla Figc perché qualsiasi cosa proponessi non trovava spazio. La Bulgaria in confronto, era niente”. Rivolgendosi al vicepremier Tajani, anche lui nella nuova aula dei gruppi parlamentari, Lotito ha chiesto “di stilare un dossier serio e profondo, mica come quello che mi è arrivato sul tavolo. Quelle sono proposte non incisive e qui serve il bisturi”.

Una critica, neppure troppo velata, l'ha dunque mossa ai colleghi di maggioranza della settima commissione permanente del Senato, che il mese scorso avevano redatto delle linee di indirizzo al governo a sostegno del calcio. Il capogruppo alla Camera di Forza Italia e presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, a quel punto ha provato a deviato la discussione con una battuta: “Dai Claudio, voliamo alto”, Lotito, a quel punto, ha sfoggiato le sue doti comiche: “Si, si, come l'aquila!”.

Al netto delle risate della platea, Lotito ha voluto spedire un messaggio a quella classe politica di cui lui stesso fa parte: “Bisogna distinguere lo sport di base da quello professionistico, con normative funzionali. Lo Stato deve fare un piano Marshall per gli stadi perché in Italia ogni comune interviene con mille lacci e lacciuoli”. Non è mancato, intine, un riferimento al caso della settimana, la presunta telefonata con un tassista, finita sui social per gli attacchi a Noslin, Tchoauna e non solo. “Il telefono squilla di continuo - ha detto, mostrando uno dei suoi cellulari vecchio stile - me l’hanno clonato!”