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Da esubero di cui disfarsi a trascinatore, tra strappi e giocate d'alta qualità. È un Cancellieri tutto nuovo, revitalizzato dai prestiti con le maglie di Empoli e Parma. Tre gol in due partite, tutt'altra versione dell'esterno talentuoso ma timido che sembrava non riuscire a sbloccarsi con la Lazio. E pensare che in estate, prima che l'emergenza e, soprattutto, il blocco del mercato divenissero realtà, la società biancoceleste avrebbe preferito cederlo, sia per fare cassa sia per ragionare su altri profili nel suo settore di campo.
Poi lo stop sul mercato, la Lazio ha dovuto fare di necessità virtù. A dire la verità, Sarri aveva già notato un Cancellieri più spigliato durante la fase di preparazione: concentrato e più reattivo, anche perché i colpi li ha sempre avuti. Gli è mancata finora continuità e concretezza, che ha trovato contro Genoa e Torino: tre reti in fila dopo la gioia della nascita della sua primogenita, una settimana da sogno per l'ex Hellas Verona. Ha giovato, purtroppo per la Lazio, anche l'assenza di Isaksen, rientrato a campionato iniziato a causa della mononucleosi patita in estate.
Che i prestiti lo abbiano aiutato a crescere lo ha confermato lo stesso Cancellieri: "Andare via in prestito mi ha fatto bene, sono cresciuto, ora spero di continuare così", ha spiegato nel post gara contro i granata. Lui, uno degli otto giocatori su undici titolari contro il Torino che provengono dalla vecchia gestione, si sta ora imponendo rispetto alle previsioni di inizio stagione: gol e giocate, è tutt'altro Cancellieri rispetto ai primissimi exit poll stagionali. E a questi livelli è indispensabile per la Lazio.
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