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Lazio, Parisi: “Cancellieri? Era fuori dal normale. Sarri gli farà apprendere…”
Ai taccuini del Corriere dello Sport è stato intervistato Aniello Parisi, attuale tecnico a Malta dello Zabbar St. Patrick che ha seguito Matteo Cancellieri nel vivaio della Roma, in particolare tra l'U16 e l'U17. Con lui in panchina l'attuale esterno offensivo della Lazio aveva collezionato 12 gol in 12 presenze. Dopodiché, per il classe 2002 è arrivata la promozione immediata nelle categorie superiori fino al passaggio alla Primavera del Verona. Di seguito l'intervista completa di Parisi rilasciata al Corriere dello Sport:
Aniello Parisi, Cancellieri è stato uno dei migliori durante la preparazione.
"Ho visto le amichevoli della Lazio. Una squadra compatta che sfrutta gli spazi in campo aperto. Ecco, lì Matteo può dare il meglio".
Quanto gli sono servite le esperienze in prestito?
"Tanto, soprattutto per un motivo: ha giocato in squadre dove c'era la necessità di lottare. A lui mancava proprio quello, il sacrificio e la predisposizione alla fase difensiva. "Colpa" del settore giovanile alla Roma, da ragazzo ha disputato troppe partite "facili". A volte nemmeno gli serviva impegnarsi in copertura. In A, poi, le cose sono cambiate".
Vedendolo a 16 anni, ci avrebbe scommesso a occhi chiusi?
"Era uno dei giocatori di maggiore prospettiva. Oltre a lui, dico Zalewski, Calafiori e Ciervo, con cui si alternava sulle due fasce".
I suoi pregi all'epoca?
"Impressionava per forza fisica, era fuori dal normale. Strappava in continuazione, per i pari età era impossibile tenere il suo passo. E poi calciava da ogni posizione, aveva un tiro incredibile. Contro il Lecce fece un gol strepitoso da centrocampo. Applaudirono tutti, pure i tifosi avversari".
E i difetti?
"Era chiuso nel suo gioco, troppo individualista. Adesso lo vedo maturato, cerca le soluzioni coi compagni, si vede il lavoro delle stagioni con Empoli e Parma. Nella fase difensiva è cresciuto tantissimo. Prima, vederlo rientrare era quasi impossibile".
Come mai finora non è riuscito a imporsi ad alti livelli?
"A volte il carattere può fare la differenza. Era un ragazzo un po' introverso, non parlava molto. Questa cosa spesso se la portava in campo. Credo che ora sia migliorato pure sotto quest'aspetto".
Insomma, pensa ancora che possa diventare protagonista in una squadra top?
"Certo, purtroppo in Italia si bocciano e si etichettano i ragazzi con troppa fretta. Li buttiamo subito giù. I giovani invece possono aver bisogno di più tempo, di fare il giro largo per esplodere. Serve pazienza. Guardate Calafiori, la prima volta che l'ho visto ho detto: "Questo sarà il prossimo Maldini". Eppure ha dovuto attendere per consacrarsi, visti gli infortuni e le stagioni all'estero. Cancellieri ha 23 anni, non è un talento perso. Il percorso intrapreso gli ha permesso di maturare".
Vista la situazione, quanto può crescere con Sarri?
"Moltissimo, gli farà apprendere ancora meglio i tempi di gioco, smarcamento e inserimento".
Il gioco attuale della Lazio è l'ideale per le sue caratteristiche?
"Cancellieri è perfetto per le transizioni offensive e per questo modo di stare in campo. Continuo a pensare che non sfiguri affatto in un top club. Magari non come titolare fisso, ma può stare benissimo in una rosa come quelle di Lazio, Roma, Fiorentina, Inter o Milan".
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