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Lazio, Parolo: “Capisco lo scetticismo dei tifosi. A Baroni dico…”

Marco Parolo
Le dichiarazioni di Marco Parolo, ex centrocampista biancoceleste, sul momento della Lazio e sul nuovo arrivo in panchina di Marco Baroni
Edoardo Pettinelli Redattore 

Momenti delicati in casa Lazio. In merito, ne ha parlato anche Marco Parolo, ex centrocampista biancoceleste, soffermandosi anche sull'arrivo di Marco Baroni. Di seguito, le sue parole ai microfoni di Notizie.com. "Capisco lo scetticismo, ma attenzione: ci sono tante cose di Marco Baroni che i tifosi sottovalutano. La società dovrà però stare attenta soprattutto ad una cosa, se non vuole commettere gli errori del passato".

Marco Parolo, come vede il momento della Lazio? La società dopo l’addio di Sarri e di Tudor ha chiamato Marco Baroni in panchina…

Quando si riparte da zero puoi partire con un progetto nuovo e andare in mille direzione: Baroni ha dimostrato di saper lavorare e di ottenere tanti risultati in squadre diverse e con obiettivi diversi. Nella sua carriera ha dimostrato di sapersi adattare a nuove situazioni, spesso complicate e di riuscire a ottenere degli ottimi risultati”.

I tifosi della Lazio sono scesi in piazza e sono molto preoccupati. Temono che il club abbia imboccato una strada che porta al ridimensionamento…

Capisco che possa esserci un po' di scetticismo, un po' di negatività all’interno della tifoseria. Ho sentito diversi commenti negativi. Lavorare in un ambiente come la Lazio non è semplice: soprattutto dopo un anno difficile come quello che i tifosi si sono lasciati alle spalle. Mi rendo conto che magari possa esserci un po' di riluttanza nei confronti di Baroni. Però io devo dire una cosa…”.

Quale?

Che mi fido di una persona come Marco Baroni, di un lavoratore come lui, che è reduce da stagioni importanti, in piazze difficili e che a me piace molto”.

Cosa le piace di Baroni?

Il suo modo di lavorare, il suo riuscire a valorizzare il materiale che ha a disposizione. Basta parlare con i calciatori con i quali ha lavorato per avere un’idea del suo spessore umano. Dal punto di vista tecnico poi è uno che non è vincolato ad un solo modulo o ad un solo modo di giocare. Sa adattarsi alle situazione e agli uomini che ha a disposizione. Tutti elementi molto importanti. Comunque, so di dire una cosa scontata, ma la differenza la farà il mercato. I giocatori che Lotito e Fabiani gli metteranno a disposizione”.

Come si muoverebbe Marco Parolo? Dove andrebbe a rinforzare la Lazio?

Il club non deve commettere un errore: non deve andare a prendere giocatori da altri campionati che ci metterebbero tanto, troppo tempo ad adattarsi e a capire cosa chiede loro il tecnico. Molto meglio fare riferimento ai calciatori italiani. Solo così puoi colmare quel gap che inevitabilmente si viene a creare quando cambi un allenatore. Ti faccio un esempio…”.

Su calciatori che la Lazio sta comprando?

No, sul passato. L’estate del 2014, quando il club chiamò Pioli per sostituire Reja e iniziò un nuovo ciclo, comprò il sottoscritto dal Parma e Dusan Basta dall’Udinese. Io e Dusan ci mettemmo pochissimo a capire dove stavamo: avevamo l’esperienza giusta per costruire in da subito con il mister un nuovo percorso. Altri, che arrivavano da altri campionati e da altre realtà, fecero più fatica. Ho visto che la Lazio sta seguendo gente come Tchaouna, Noslin, Samardzic: mi sembra una buona strada”.

A proposito di passato. Molti tifosi vedono similitudini tra questa situazione (con Reja che lascia la Lazio, Tudor che poco prima dell’inizio della nuova stagione lo segue), con quello che accadde nel 2016, quando Bielsa rinunciò all’incarico e la Lazio si affidò ad Inzaghi…

Mi sembra una situazione completamente diversa…”.

Perchè?

Inzaghi aveva la forza di conoscere alla perfezione l’ambiente, ed è stata la sua grande forza nei suoi cinque anni alla  guida della Lazio. Inzaghi conosceva ogni angolo dello spogliatoio, tutte le persone che lavoravano dentro e fuori Formello. Sapeva come prendere ed affrontare ogni persona. In più sape va gestire i rapporti con il presidente e il direttore sportivo come nessun’altro. Era senz’altro un plus che gli ha permesso di raggiungere i traguardi che ha raggiunto alla guida del club. La situazione per me è completamente diversa: anche perchè Baroni non è un tecnico giovane ed emergente”.

Che consiglio darebbe a Baroni?

Non deve commettere l’errore di portare le sue convinzioni, maturate in contesti diversi, nel mondo Lazio: che è un mondo a parte”.

La situazione attuale non è quindi paragonabile ad altre vissute nel recente passato?

Vedo molte più similitudini con l’anno in cui arrivò Pioli. Pioli come Baroni era reduce da esperienze diverse e a Roma ha trovato il primo ambiente con ambizioni più alte. E ha saputo fare molto bene. Inzaghi invece era il classico allenatore giovane, in rampa di lancio, che voleva emergere. Ma dalla sua ha avuto la capacità di sfruttare la sua enorme conoscenza di tutto il mondo Lazio, che ha saputo gestire alla grande e che gli ha permesso di fare cinque anni quasi sempre ad alti livelli ed aprire e chiudere un progetto vincente”.