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Cesare Prandelli, commissario tecnico dell'ultima Italia che ha partecipato ad un Mondiale, è stato intervistato da Il Messaggero. Di seguito le sue dichiarazioni sulla Nazionale di Gattuso e sulla Lazio di Maurizio Sarri:
Che avversario è l’Irlanda del Nord?
"Bisogna pensare in maniera positiva. Gattuso ha detto che è alla nostra portata e che arriveremo preparati. L’aspetto mentale è molto importante. Ultimamente c’è molta negatività, è l’andazzo italiano. Bisogna essere positivi".
Un concetto espresso anche da Buffon.
"Si mette tutto nel calderone sia ciò che è stato fatto in passato sia quello che avverrà. Nel 1982 c’è stato il primo silenzio stampa clamoroso al Mondiale, tutti contro la squadra e poi si sono uniti e vinto. Nel 2006 Lippi partì per la Germania dopo Calciopoli, si sono ricompattati, fatto squadra e vinto. In questi mesi non ci sarà nulla e diventa più importante avere il senso di famiglia. Il ct che andrà ogni settimana a incontrarli è un’idea molto interessante e dimostra il fatto che Rino e Buffon sono sul pezzo".
Lo stage aiuta il ct?
"Sì, però andare dai calciatori nei centri sportivi è più importante degli stage, perché li fai sentire protagonisti e responsabili".
Dunque, il problema è più mentale che tecnico?
"Io la sposto sotto l’aspetto umano. Noi siamo una famiglia e come famiglia l’Italia è sempre stata forte. Non abbiamo bisogno di scandali per essere uniti".
Un lavoro che Gattuso sta facendo da quando ha preso la panchina.
"Sì, li vedo molto più coesi".
La squadra ha la maturità per reggere la pressione di riportare l’Italia al Mondiale dopo due mancate qualificazioni?
"Per combatterla devi essere preparato e fare le cose come le hai preparate, non ci devono essere improvvisazioni. Quando sei in balia dell’insicurezza, allora diventa predominante la pressione e si moltiplica".
Perché in Italia si fatica a fare gol?
"Nell’ultimo periodo abbiamo attaccanti che stanno migliorando. Pio Esposito, Retegui e Kean sono tre centravanti che hanno il senso del gol e non hanno bisogno di tanti palleggi ma di attaccare la profondità e chiudere le azioni".
Superata l’Irlanda del Nord, ci sarebbero Galles o Bosnia: sono avversari alla portata?
"Sono squadre che non sono insuperabili, poi dipende da come arrivi".
Dell’Irlanda del Nord cosa teme?
"Questa grande pressione a centrocampo e l’intensità ma è alla nostra portata".
Italia-Uruguay è l’ultima partita degli azzurri al Mondiale. L’assenza prolungata dalla Coppa del Mondo è principalmente colpa dei ct?
"Conosciamo il nostro ruolo, Trapattoni disse che è un condannato a morte: o vinci sempre o vai via prima o poi. In Italia, se la squadra va male, è sempre colpa dell’allenatore. È così ed è inutile fare polemica. Nel 2014, quando siamo stati eliminati al primo turno, domandai: 'Siamo sicuri che andremo ancora al Mondiale?'".
Come mai già allora aveva dei dubbi?
"Non giocavano i giovani, erano arrivati tanti stranieri. Nel 2014 c’erano ancora i campioni del 2006 come Pirlo, Buffon, Chiellini, De Rossi che formavano l’ossatura. Dopo si sarebbe dovuto far giocare i giovani nei club. Prima c’era il blocco Juve, Inter, Milan, con calciatori italiani abituati a livelli internazionali. Negli ultimi anni, invece, devi prendere giocatori che non sono abituati a giocare le coppe".
I club hanno gran parte delle responsabilità?
"Questo è momento storico. Se vogliamo risolvere il problema del calcio italiano ci dobbiamo sedere intorno a un tavolo con tutte le componenti che lavorano in questo mondo e chiederci se hanno davvero a cuore il movimento o si perseguono solo gli interessi personali. Ci vuole una rivoluzione tecnica e una progettualità".
A breve ricoprirà un ruolo chiave in Federazione, quello di coordinatore giovanile. Sarà un attore protagonista di questa rivoluzione?
"Il presidente Gravina aveva presentato questo progetto e si farà con più persone. L’idea è confrontarsi con idee e voglia di fare, ci siamo già incontrati, fatto riunioni, messo sul tavolo alcune cose e le perfezioneremo. Avere questa collaborazione mi intriga molto".
Sarà un ruolo chiave?
"Dobbiamo intercettare i ragazzi prima che arrivino ai 14 anni, capire cosa dobbiamo fare e cosa proporre. Non è un mio progetto personale ma della Federazione. Si è preso coscienza che una piccola rivoluzione va fatta".
Spalletti riporterà in alto la Juve?
"Si è presentato in maniera giusta, lì si lavora per vincere. Ha fatto tornare l’entusiasmo e ha fatto capire che la Juve deve giocare da Juve e con il lavoro riuscirà a migliorare".
Nella Roma si vede la mano di Gasperini?
"Ha dato il marchio con idee chiare e precise. Per vincere mancano due calciatori di qualità".
Conte si è preso una pausa, che gli succede?
"Probabilmente ha avuto bisogno di due o tre giorni di riflessione concordati con la società. Ha fatto capire a tutti che bisogna lavorare come l’anno dello scudetto. È stato bravo e strategico".
Domenica c’è il derby di Milano, chi arriva meglio?
"L’Inter ne ha vinte 10 su 11, il Milan si è ritrovato. Chivu sta dimostrando di avere capacità tecnica e comunicativa, l’Inter si sta ritrovando facendo qualcosa di nuovo rispetto al passato. Allegri è sempre stato un vincente. Sarà una partita spettacolare e mi aspetto 4/5 gol".
Sarri invece sta dimostrando ancora una volta di essere un grande allenatore?
"Ha modificato qualcosa e ha trovato gioco e continuità ma senza giocatori di qualità è complicato. E il blocco del mercato ha inciso tantissimo".
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