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Andrea Prandi, noto giornalista di fede biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di Radiosei per analizzare il periodo che sta attraversando la Lazio, dalla contestazione dei tifosi al ritorno di Sarri in panchina. Ecco le sue parole: “Era giusto esserci in piazza per sentire il popolo laziale, vedere chi c’era. È stato molto bello vedere tanta lazialità dopo mesi di arrabbiatura.
Ritiro senza tifosi? Io sono un boomer, prima c’era libero accesso. Era un altro mondo, penso agli anni di Zoff sulla panchina. Allenarsi a Formello resta una follia con queste temperature. I giocatori sono isolati nei bunker, ma i tifosi amano anche vedere i loro beniamini. È stato tolto anche questo.
Mi sembra evidente che Lotito abbia perso un po’ di pezzi. Sembrano i reali di Francia che ignoravano le proteste del popolo ai cancelli di Versailles. Mai come ora, la proprietà si è distaccata dal tifo e dalla realtà. Anche sul Flaminio è tutto fermo, il passo definitivo non avviene mai. Un progetto così richiede un investimento. Se non crescono i ricavi si scivola sempre di più.
Mercato chiuso? Forse dovremmo essere contenti perché la Lazio forse sarebbe stata costretta a vendere senza avere la certezza di acquistare sostituti all’altezza. Un circolo vizioso che si innesta e che rischia di farti scivolare. Sarri è l’unica mossa giusta fatta negli ultimi quattro anni.
Il tecnico toscano si è innamorato della Lazio, ma gli sono state fatte promesse non mantenute. Ciononostante è rimasto, facendo tutto con grande entusiasmo. Il nostro allenatore farà bene, ma dipenderà anche se a gennaio ci saranno investimenti. Non escludo a priori la lotta per i primi posti."
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