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I punti critici della Lazio di Baroni: non risolverli è costato caro

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La Lazio di Baroni ha avuto più difetti che pregi, soprattutto dal giro di boa. I record negativi casalinghi sono stati decisivi per l'Europa
Stefania Palminteri Redattore 

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La Lazio ha concluso la sua stagione nel peggiore dei modi. I biancocelesti di Baroni dopo 8 anni consecutivi in Europa, riuscendo a farsi sfilare anche il sesto posto -valido per la Conference League- dalla Fiorentina. La sconfitta casalinga con il Lecce, tuttavia, è quasi inspiegabile per il modo in cui è arrivata.

Il tecnico toscano non è più riuscito a riprendere mentalmente il gruppo in casa dopo lo 0-6 con l'Inter. Inoltre, ha l'aggravante della porta sempre violata: zero clean sheet interni negli ultimi sei mesi. Tra le primo 100 squadre del continente, solo Saint-Etienne e Kiel (entrambe retrocesse) accompagnano la Lazio in questo dato.

La Lazio è stata certamente indomita nei finali (25 gol dai cambi; 29 negli ultimi 15') e ha segnato un record positivo e difficilmente ripetibile. Così come i 15 gol siglati dai calci piazzati, esclusi i rigori. Tuttavia, hanno pesato -e non poco- le 26 reti subite nei primi 10 minuti (tra primo e secondo tempo).

Il tris di vittorie in trasferte con Napoli, Atalanta e Milan è storico, ma l'harakiri si è consumato all'Olimpico. Delle prime dodici squadre, la Lazio di Baroni ha vinto in casa solamente contro il Bologna. Con questo dato (e anche con la prestazione indegna contro il Lecce) i capitolini si sono giocati un posto in Europa.