Ferita e arrabbiata. Esce così la Lazio di Maurizio Sarri dallo Stadio "Luigi Ferraris". Colpita, più che da Gabbiadini, da se stessa; perché la Lazio i due punti li ha persi fondamentalmente per l'arroganza con cui ha condotto il secondo tempo. Un giro palla, bellissimo alla vista, ma fondamentalmente sterile e che alla fine dei conti fa tornare a casa la Lazio con un punto. Sarri si è detto soddisfatto dell'approccio e di come la gara si è evoluta. Incontestabili e innegabile l'affermazione del tecnico biancoceleste. La Lazio la partita la ha aggredita nel modo giusto e la ha incanalata sui binari giusta. Come inconfutabili sono le parole di Sarri, è altrettanto indubbio che la Lazio è colpevole di non aver ucciso prima la partita. Nella Capitale, tuttavia, la Lazio torna con una consapevolezza importante.
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Lazio, la rabbia di fine partita è sinonimo di crescita ma serve migliorare
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Crescita
La rabbia di fine partita è sinonimo di crescita. Il ragionamento è facile; la Lazio dello scorso anno questa partita, sulle rimembranze di Bologna e Verona, l'avrebbe persa per manifesta inferiorità. Più che rabbia infatti dopo le due debacle della passata stagione, aleggiava forte una sensazione di sconforto e tristezza per degli evidenti limiti mostrati. Questa Lazio invece è forte, gioca bene e si arrabbia con se stessa perché cosciente che i due punti lasciati a Genova con quel pizzico in più di cattiveria non si sarebbero persi. La testa c'è e questo è un punto da cui ripartire. Sabato all'Olimpico arriverà il Napoli e ci si aspetta lo stesso approccio visto ieri.
Ultimo step
Manca, tuttavia, ancora l'ultimo step. La mentalità di Sarri, nella testa dei giocatori, è quasi entrata a pieno. Per crescere definitivamente la Lazio deve leggere meglio i momenti della partita per capire quando la leziosità deve lasciare spazio alla concretezza. Troppa la voglia di entrare in porta con la palla. Sarri nel corso del secondo tempo a più riprese si è arrabbiato per scelte da lui considerate sbagliate dentro l'area di rigore avversaria. Lo stesso Immobile, paradossalmente, è stato troppo altruista nei sedici metri avversari cercando a più riprese un passaggio finale spesso non necessario. La Lazio è sulla strada giusta per diventare grande, ora serve l'impegno di tutti per non replicare l'errore di ieri.
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